Mentre le condizioni di Salman Rushdie migliorano leggermente - ieri è stato staccato dal respiratore e riesce nuovamente a parlare - il Segretario di Stato americano Anthony Blinken si scaglia contro l'Iran, accusandolo di aver fomentato in questi anni l'odio contro lo scrittore. Per il Stati Uniti ora è importante portare avanti la libertà d'espressione, di stampa e di fede portati avanti da Rushdie, combattendo tutte quelle forze che cercano di oscurare questi valori.
Il Segretario di Stato americano Anthony Blinken è stato l'unico dell'amministrazione Biden a prendere posizione sull'aggressione allo scrittore Salman Rushdie. La sua posizione è chiaramente contro l'Iran, reo di aver fomentato l'odio contro lo scrittore, come si legge nel suo comunicato diramato nelle scorse ore:
I Repubblicani criticano il presidente Joe Biden sia per non aver preso una posizione sull'aggressione a Salman Rushdie che per non aver interrotto i negoziati sul nucleare con l'Iran. Questa la risposta di Blinken in merito:
Nel frattempo, l'Iran sembra attaccare chiunque provi a difendere la memoria di Salman Rushdie come testimonia l'ultimo - macabro - caso legato alla scrittrice J.K. Rowling. La madrina di Harry Potter aveva infatti twittato in difesa di Rushdie e parlando di "notizie orribili" in riferimento all'attentato allo scrittore indiano.
Di tutta risposta, era arrivato il commento di tale Meer Asif Aziz, studente e attivista di origine pachistana, a sua detta, che aveva scritto Non preoccuparti, sei la prossima.
Un commento che non lascia spazio ad interpretazioni è che rispecchia perfettamente quanto riportato da Blinken a proposito dell'incitamento all'odio. Quanto alla Rowling, l'autrice della saga di Harry Potter ha preferito "sdrammatizzare" accusando le policy di Twitter che non ha avviato nessun provvedimento contro l'utente, nemmeno l'eliminazione del commento. Per quanto riguarda Meer Asif Aziz, non si sa se questo nome rispecchi un'identità reale, fatto sta che sul social dei cinguettii si era già "messo in mostra" per diversi commenti che incitavano l'odio e la violenza.