La guerra tra Russia e Ucraina è giunta al giorno numero 199, dove gli Stati Uniti accusano Mosca di violare i diritti umani di Aleksey Navalny, il principale oppositore di Vladimir Putin che è detenuto in carcere: Washington chiede il rilascio immediato, ma dal Cremlino non giunge alcuna risposta. Intanto il Ministero delle Finanze russo dichiara in una nota che i soldati di Mosca caduti al fronte sono 50 mila, in tutto ciò l'area della centrale nucleare di Zaporizhzhia è stata colpita da un blackout.
La guerra tra Russia e Ucraina non si combatte solo sul fronte, ma anche in altri ambiti tra cui quello diplomatico e dei diritti umani: proprio su questo punto gli USA fanno pressione affinché venga rilasciato Aleksey Navalny, il principale oppositore di Putin detenuto in carcere. Secondo le notizie che giungono a Washington, Mosca starebbe violando i suoi diritti umani e, per questo motivo, è importante che venga rilasciato il più presto possibile, come afferma il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Ned Price:
Da Mosca per il momento non arriva alcuna risposta, ma molto presto dovranno fare chiarezza su un punto che preoccupa molto sia gli Stati Uniti che l'Occidente e le Istituzioni.
Secondo il Ministero delle Finanze della Russia, dall'inizio della guerra con l'Ucraina sono morti sul campo di battaglia ben 50 mila soldati di Mosca. È quanto rivela Mikhail Khodorkovsky, ex oligarca e attualmente oppositore del presidente russo, pubblicando sul suo account Twitter un documento del Ministero dove vi sono molte informazioni sul numero preciso dei caduti.
Secondo il documento le reali vittime russe ammontano a quasi 50.000 soldati uccisi, molto vicine alle stime ucraine. Inoltre emerge che, come risarcimento monetario per i soldati uccisi, la Federazione Russa avrebbe stanziato 361 miliardi di rubli mentre il Ministero delle Finanze chiede di stanziarne quasi mille miliardi di rubli in più. Se si considera che il risarcimento alle famiglie dei caduti è di 7 milioni e mezzo di rubli, il Cremlino prevede una perdita di circa 200.000 morti solo per le sue truppe regolari: nel documento non vengono menzionati i soldati delle repubbliche di Donetsk e Luhansk.
Annalena Baerbock, ministra degli esteri tedesca, si è presentata oggi a Kiev per dimostrare il forte appoggio del governo tedesco nei confronti dell'Ucrana.