Il presidente turco Recep Erdogan non sarebbe solo un valido mediatore ma anche un ottimo persuasore e indovino: in un'intervista a un emittente americana il leader di Ankara avrebbe confessato i retroscena dell'incontro con Vladimir Putin avvenuto lo scorso 16 settembre:
Erdogan lancia una clamorosa indiscrezione su Vladimir Putin a cui va dato il beneficio del dubbio visto il felice precedente con il grano ucraino. La pace rimane il primo obiettivo, e il capo del Cremlino sembrerebbe sul punto di considerare la richiesta:
Le orecchie vigili del Cremlino intercettano immediatamente tali dichiarazioni e, senza sorpresa, ne prendono le distanze:
Putin, nel frattempo, dovrebbe ratificare a stretto giro una serie di emendamenti presentati dalla Duma, la camera bassa del Parlamento russo, sulle pene da infliggere a chi si rifiuterà di combattere al fronte.
In attesa di capire cosa accadrà alla riunione Onu a New York, dove Kuleba e Lavrov sono arrivati da poche ore, sul versante russo si intravede quale sarà la prossima mossa: i referendum di annessione.
Un meccanismo a cui i funzionari del Cremlino lavorano da tempo, ma che non ha mai riscosso grande successo in tutti i territori conquistati durante l'invasione. Kherson, una delle prime città a cadere, vede una forte resistenza della popolazione locale contro la russificazione già manifestata con i nuovi passaporti. Già in questa settimana, dal 23 al 27 settembre, saranno organizzati i referendum nei luoghi simbolo di questi sette mesi di conflitto: Kherson e gli oblast di Lugansk e Donetsk. Rimane esclusa Zaporizhzhia, sempre al centro del contendere tra le forze armate
Insomma, la strada verso la pace è ancora lunga ma per lo meno la giornata di oggi ha offerto uno spiraglio di luce dopo oltre 200 giorni di conflitto serrato.