Da New York arrivano le parole di Mario Draghi. Direttamente dalla sede centrale dell'Onu, il premier italiano è intervenuto sulla complicata questione ucraina, ribadendo - nuovamente - la ferma posizione da parte dell'Italia a fianco del paese guidato da Zelensky. Queste le parole di Draghi all'Assemblea Generale Onu:
Aiutare l'Ucraina a proteggersi non è stata soltanto la scelta corretta da compiere: è stata l'unica scelta coerente con gli ideali di giustizia e fratellanza che sono alla base della carta delle Nazioni Unite e delle risoluzioni che questa assemblea ha adottato dall'inizio del conflitto. Eravamo convinti di non dover più assistere a guerre di aggressione in Europa. Sogni imperiali, il militarismo, le violazioni sistematiche dei diritti civili e umani ci sembravano relegati al secolo scorso. Da febbraio abbiamo invece assistito a bombardamenti di teatri, scuole, ospedali; a violenze e soprusi nei confronti di civili, di bambini; al tentativo di soggiogare una democrazia libera e sovrana, che ha reagito con orgoglio e coraggio per difendere la propria indipendenza, la propria dignità. Finora la Russia non ha dimostrato di volere la fine del conflitto: i referendum per l’indipendenza nel Donbass sono un’ulteriore violazione del diritto internazionale che condanniamo con fermezza.
Discorso Draghi Onu, la posizione dell'Italia e la questione energia
Draghi si è quindi auspicato nuove sanzioni nei confronti di Mosca, con l'intenzione di indebolire ancora di più il paese di Putin:
L'Italia ha agito senza indugi, insieme agli altri paesi dell'Unione Europea, agli alleati della Nato e del G7, a tutti i partner che come noi credono in un sistema internazionale basato sulle regole e sul multilateralismo. Insieme, abbiamo risposto alle richieste del presidente Zelensky perché un'invasione militare pianificata per mesi e su più fronti non si ferma soltanto con le parole. Abbiamo imposto sanzioni senza precedenti alla Russia, per indebolirne l'apparato militare e convincere il presidente Putin a sedersi al tavolo dei negoziati. Hanno avuto un effetto dirompente sulla macchina bellica russa, sulla sua economia. La Russia fatica a fabbricare da sola gli armamenti di cui ha bisogno, poiché trova difficile acquistare il materiale necessario a produrle.
Il premier ha quindi continuato, affrontando il tema del price cap legato al gas:
Ora dobbiamo fare di più, soprattutto a livello europeo. Come l'Italia sostiene da tempo, l'Unione europea deve imporre un tetto al prezzo delle importazioni di gas, anche per ridurre ulteriormente i finanziamenti che mandiamo alla Russia. Le responsabilità del conflitto sono chiare e di una parte sola ma è nostra responsabilità collettiva trovare risposte a questi problemi con urgenza, determinazione, efficacia. L'aggressione dell'Ucraina da parte della Russia e le crisi che ne derivano (alimentare, energetica, economica) mettono a rischio i nostri ideali collettivi come raramente era accaduto dalla fine della guerra fredda. Queste crisi si affiancano alle altre grandi sfide dei nostri tempi (il cambiamento climatico, la pandemia, le diseguaglianze) e ne amplificano i costi, soprattutto per i più deboli. Non possiamo dividerci tra nord e sud del mondo, dobbiamo agire insieme e riscoprire il valore del multilateralismo che si celebra in quest'aula.