Il 212° giorno della guerra tra Russia e Ucraina si apre in uno scenario tremendo, movimentato dalle forti dichiarazioni di Medvedev prima e del ministro Lavrov poi. Mentre il primo nella giornata di ieri ha sottolineato la "disponibilità" da parte della Russia ad utilizzare anche armi nucleari, il secondo è stato molto più critico dal punto di vista politico andando ad etichettare l'Ucraina come uno stato nazista.
In questo contesto polemico e destabilizzato, il presidente Zelensky e i suoi ministri hanno invece continuato sulla linea che ha contraddistinto le ultime giornate, vale a dire quella che esorta il popolo russo ad arrendersi favorendo il successo della guerra in favore di Kiev. Nel frattempo, la giornata di oggi segnerà un momento decisivo nella storia russa perché come "promesso" da Putin prenderanno il via i referendum che vertono sull'annessione alla Russia dei territori occupati dai russi.
Ecco le notizie aggiornate di oggi 23 settembre 2022 sulla guerra Russia-Ucraina.
Come anticipato, il messaggio del presidente ucraino rimane sempre coerente con quanto dichiarato recentemente. Volodymyr Zelensky nel corso del suo ormai tradizionale appello serale si è infatti rivolto ai cittadini ed ai soldati russi coinvolti nel conflitto bellico e a loro ha espressamente richiesto di ritirarsi o comunque di protestare ed opporsi al regime di Putin. Ecco le sue parole:
A lui, si è unito Mikhailo Podolyak, uno dei consiglieri del presidente ucraino, che nel suo appello ha voluto concentrarsi sui militari russi chiedendone la resa come fatto da Zelensky. Ecco il suo messaggio lanciato da Twitter:
In questo scenario così delicato e confuso, la Russia prepara e dà il via nella giornata di oggi ai referendum in cui si voterà per l'annessione dei territori occupati dagli ucraini. In giornata è stato infatti aperto il primo seggio a Kamchatka. La scelta del posto non è casuale ma strategica: secondo quanto dichiarato dalla Tass in questa zona risiedono gli sfollati delle repubbliche autoproclamate di Donetsk e Lugansk e delle regioni di Kherson e Zaporizhzhia.
Inoltre, i prossimi seggi per il referendum verranno presto aperti proprio il 27 settembre anche nella regione di Chukotka, dove stando alle parole della Tass risiedono circa 160 sfollati di cui una sessantina pare abbiano già espresso volontà di ottenere la cittadinanza russa. Insomma, lo scenario è sempre più fitto di intrecci e se negli ultimi giorni sembrava possibili auspicare ad un epilogo di questo conflitto, le ultime dichiarazione di ambo le parti lasciano intendere che la strada sia ancora lunga.