Se Joe Biden aveva invitato i partner occidentali a dare credito alla minaccia nucleare della Russia, il ministro degli Esteri Sergei Lavrov rovescia il punto di vista sottolineando che è l'Ucraina a dover abbassare i toni militari in guerra:
L'incubo nucleare sarebbe l'escalation definitiva della guerra in Ucraina. Tra i leader europei più impegnati in tal senso dal punto di vista diplomatico c'è Emmanuel Macron, che ha chiesto ai capi di Stato di discutere la questione subito dopo il vertice di Bruxelles in programma oggi.
Soprattutto dopo l'ultima battuta, l'ambasciatore francese a Mosca Pierre Levy è stato convocato al ministero degli Esteri russo ricevendo l'indicazione che la fornitura di armi a Kiev crea minacce per la sicurezza globale e contraddice le dichiarazioni di Parigi sul focus su un accordo
Decisamente più restii gli Stati Uniti, che hanno bloccato la nuova fornitura di missili ATACMS (a corto raggio) richiesti dall'Ucraina. Il rischio che Kiev li utilizzi per colpire obiettivi strategici è alto e da Washington c'è grande preoccupazione per le possibili conseguenze.
Vladimir Putin nel frattempo continua a dare seguito alle decisione di avviare la mobilitazione parziale in Russia e questa mattina ha firmato una legge sui diritti dei lavoratori che hanno aderito alla chiamata delle armi.
In breve, viene sospeso il contratto di lavoro per il periodo del servizio militare ma non solo. All'interno del provvedimento figurano anche l'esenzione dalle scadenze di pagamento per gli alloggi e i servizi comunali, la concessione di prestiti e norme più leggere sui mutui.
Infine, secondo Ankara, Erdogan e Putin hanno avuto una nuova conversazione telefonica nelle ultime ore.
Nel frattempo, Zelensky è tornato a parlare della delicata minaccia nucleare avanzata dalla Russia: