Ottobre 2022. Si avvicina il centenario della marcia su Roma, prologo della presa di potere del Fascismo in Italia, atto fondativo di una dittatura che avrebbe oppresso il paese e l'avrebbe condotto nell'abisso della Seconda Guerra Mondiale: proprio per la sua importanza storica, rimane grandissima l'influenza di tale evento nelle sorti del ventesimo secolo ed è necessario ricordare questa tragedia nei suoi svolgimenti storici.
Assicuratosi il controllo delle piazze e sbaragliato il movimento operaio, il Fascismo puntava all'obiettivo della conquista dello Stato. Mussolini, in questo frangente, pose le sue pedine su due direzioni diverse: da una parte, tentò di intrecciare delle trattative con i più autorevoli esponenti liberali, sconfessando davanti alla monarchia precedenti simpatie repubblicane; d'altra parte, fece in modo che l'apparato militare fascista iniziasse a prepararsi per un colpo di Stato. E' così che nasce l'idea di una marcia su Roma, una mobilitazione di tutte le forze fasciste: l'inizio dell'operazione fu fissata al 27 ottobre. 27 ottobre 1922.
Ma le bande fasciste, poco organizzate e indisciplinate, non sarebbero riuscite nel loro intento, se avessero incontrato l'opposizione dell'autorità, né avrebbero potuto combattere uno scontro con l'esercito regolare. Per questo, nel generale disfacimento dei poteri statali (il ministero Facta si era dimesso proprio il 27 ottobre), fu proprio il comportamento del re a risultare centrale: Vittorio Emanuele III, infatti, non volle firmare il decreto per la proclamazione per lo stato d'assedio: questo atteggiamento contribuì ad aprire le porte del potere alle camicie nere.
Mussolini si trovava in una situazione di vantaggio: forte della resa ottenuta, non si accontentò di una partecipazione fascista ad un governo conservatore, ma chiese ed ebbe la possibilità di formare un governo, del quale lui stesso era a capo. La sera del 30 ottobre, il nuovo gabinetto era già pronto.
Il paese, nel complesso, seguì gli eventi con rassegnazione, mentre pochi compresero che il cambio di governo avrebbe condotto presto anche ad un cambio di regime.
Durante il suo discorso di insediamento davanti alla Camera dei deputati, Benito Mussolini si sarebbe presentato con queste parole:
Così il Fascismo prendeva il potere.
A scatenare una forte polemica a Piacenza è una "cena tra camerati", che dovrebbe "celebrare l'anniversario della Marcia su Roma": c'è chi chiede, infatti, che la cena venga vietata dal Prefetto.
Sul quotidiano locale Libertà, il direttore Pietro Visconti scrive che è "da brividi" la vicenda, il fatto che "un gruppo di nostalgici del fascismo, o più che nostalgici irriducibili, si radunino a cena per evocare il Mussolini che compì l'atto fondativo della dittatura".
Contro l'iniziativa si scaglia anche il vice segretario nazionale di Ugl, Luca Maldotti: