L'approdo di Elon Musk su Twitter, in qualità di nuovo proprietario, continua a far discutere. Il miliardario, tipicamente avvezzo agli eccessi, ha effettuato un ingresso in pompa magna tanto nell'estetica quanto nella sostanza: ha fatto irruzione nella Twitter tower con un lavandino ed ha effettuato licenziamenti a raffica in quasi tutti gli uffici. Anche in quello legale dove ha congedato, tra gli altri, Vijaya Gadde. Il nome non dirà molto ai più ma si dia il caso che stiamo parlando dell’avvocatessa che ha avviato il processo che ha, poi, portato alla cacciata di Donald Trump dalla piattaforma. L'accusa: istigazione all'azione ai fatti che hanno portato all'assalto di Capitol Hill.
Per questo motivo l'arrivo di The Musk su Twitter ha instillato dubbi anche nel mondo della politica americana: che utilizzo ne farà? E, soprattutto, consentirà il ritorno di Donald Trump sulla piattaforma? I dubbi sono bastati a mettere in allarme molti brand che - riporta il Wall Street Journal - avrebbero istruito le loro agenzie di bloccare ogni inserzione su Twitter se dovesse essere riaccolto Trump. Il Tycoon al momento non ha fatto alcun accenno ad un suo possibile ritorno ma, e anche questo è un indizio, ha esultato per l'insediamento di Elon Musk: "Sono molto felice che Twitter ora è in buone mani e non sarà più guidata da lunatici radicali di sinistra e maniaci che davvero odiano il nostro Paese".
Ma Elon Musk, politica e Twitter sono elementi che continuano a trovare intersezione. Specialmente quando siamo alla vigilia di un giorno molto importante per l'America: le elezioni di midterm. Sono le elezioni di metà mandato che chiameranno i cittadini e le cittadine d'America a votare per il rinnovo del Congresso e di parte del Senato. C'era molta attesa per capire se e come Musk avrebbe adotatto, in vista dell'appuntamento, un posizionamento. Attese che non sono state disattese: ha twittato poco fa.
La traduzione: "Agli elettori indipendenti: il potere condiviso limita i peggiori eccessi di entrambi i partiti, quindi consiglio di votare per un Congresso repubblicano, dato che la presidenza è democratica". Musk si rivolge agli indipendenti, dunque a quegli elettori non soggetti al voto partigiano, e li invita a scegliere per il Gop. Quello del patron di Tesla sembra, seppur mascherato da virtuose ragioni di check and balance, un vero e proprio endorsment in favore del partito Repubblicano.
Parliamo, e non è un caso, del partito di Donald Trump. In vista delle midterm l'ex Presidente Americano non solo ha fatto campagna attiva in favore dei candidati repubblicani, quelli che rientrano nella sua corrente, ma ha anche fatto frequenti accenni alle prossime elezioni presidenziali ritenendo "Molto molto molto probabile" la sua candidatura. Trump, dunque, si sta preparando per tornare in campo. Per tentare di riprendere posto alla Casa Bianca.
Insomma, il contesto politico americano e l'approdo di Musk su Twitter stanno agitando l'opinione pubblica a stelle strisce. E la stanno mettendo nelle condizioni di ritenere che un ritorno di Trump sul social che, più di ogni altro, ha fatto da cassa di risonanza per i suoi messaggi politici, sia davvero possibile. Le uscite di Musk, con tanto di endorsment, non fanno che alimentare i sospetti. Sospetti che assumono, sempre di più, le fatteze di una possibilità concreta. Anzi, parafrando lo stesso Trump, molto molto molto concreta.