Da Barack Obama nel 2008 a Kamala Harris nel 2020 e, nel mezzo, tantissime storie locali in stati e contee. Di prima volta in prima volta gli Stati Uniti d'America assumono, sempre di più, le fattezze dello stato dove tutto è possibile. Queste elezioni di midterm ne sono la riprova: mentre Joe Biden e Donald Trump giocano la loro partita latente, i candidati al Congresso si fronteggiano all'interno delle loro realtà. Scrivendo, in qualche modo, la storia dei loro dei territori e del paese tutto. Abbiamo parlato molto della vittoria, pregna di storytelling, del democratico John Fetterman in Pennsylvania. Ma se, se possibile, queste midterm hanno dato ancor più pathos teatrale. Ci sono state ben due prime volte e, come tutte le prime volte, meritano attenzione.
Non si giocavano solo le partite per il congresso, ma anche quelle per la guida di alcuni stati. Ed è per questo che parliamo di Maura Healey che ha nel suo stato, il Massaschusets. Battendo Geoff Diehl, candidato portato da Trump, è ufficialmente governatrice. Una vittoria maiuscola, ottenuta con un distacco netto dallo sfindante trumpiano: 63,5%. Oltre al fatto in sé, evidentemente rilevante, c'è anche il successo storico di cui parlavamo poc'anzi. Maura Healey, infatti, è la prima governatrice omosessuale nella storia del suo stato. Apertamente lesbica, la Healey, mette un altro tassello nel muro della storia d'America. Un muro che, forse troppo lentamente, ma continua a crescere nel senso pluralista.
Anche il Maryland è stato chiamato al voto per rinnovare la carica governativa. Ha vinto Wes Moore, anche lui in maniera importante: 60,4% che mette fuorigioco il candidato repubblicano Dan Cox. Ma passiamo alla storia: Moore è il primo presidente afroamericano nella storia del suo stato. Un risultato importante con il quale, il 44enne di Takoma Park, riporta lo stato sotto l'influenza blu dopo due mandati del repubblicano Larry Hogan.