Accadde oggi, 7 gennaio 1797: nasce il tricolore italiano. Dopo la proclamazione della Repubblica Cispadana, il Congresso di Reggio Emilia proseguì faticosamente e confusamente i suoi lavori, segnato ancora da molti contrasti.
Al conflitto tra la visione unitaria e quella federale, che già aveva caratterizzato lo scontro iniziale con i Bolognesi e che aveva portato la decisione di far decadere le autorità locali a prevalere solo con 51 voti contro 49, si aggiunse e si intrecciò quello tra la tendenza democratica e la prevalente estrazione moderata dei deputati, e questo sia sui principi sociali ed economici che su quelli relativi alla libertà di culto.
Per molti giorni dunque i lavori andarono avanti in modo strano, con un evidente contrasto tra l’affermazione dell’unità assoluta e le esitazioni a darvi concreta attuazione. In sintesi, si ondeggiò tra discussioni astratte e questioni concrete, quali furono le mozioni del deputato modenese Isacchi, approvate all’unanimità, affinché la neonata Repubblica realizzasse un censimento della sua popolazione e avviasse gli studi per creare una prima carta topografica completa del territorio Cispadano.
In questo contesto di incertezza e improvvisazione, il Congresso trovò comunque un momento altamente unitario: il primo avvenne proprio il 7 gennaio 1797 e fu l’unanime approvazione, su mozione del deputato e sacerdote lughese Giuseppe Compagnoni, del vessillo tricolore che egli propose di rendere universale, rispetto a quelli delle coorti Cispadane dei vari territori, formato dai colori verde, bianco e rosso disposti orizzontalmente e con al centro le 4 frecce rappresentanti i territori della stessa Repubblica Cispadana (nella foto: il primo tricolore della storia d'Italia).
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