La ferita dello scandalo Qatargate è ancora aperta per Roberta Metsola, presidente del Parlamento Europeo. La leader dell'Eurocamera è pronta a passare al contrattacco delegittimando il potere dei "traditori", a cominciare dal taglio (o dalla revoca) delle pensioni di chi sarà condannato in Tribunale.
L'imperativo, come da lei stessa ammesso in un'intervista, è "trovare risposte in tempi brevi a uno scandalo che questa istituzione - il Parlamento Europeo - non meritava". Poi c'è anche un po' di autocritica, dove presumibilmente pesa il fardello dell'eredità di David Sassoli, quando afferma che "sulle interferenze straniere avremmo dovuto vigilare di più" riferendosi non solo a Marocco e il Qatar (i Paesi coinvolti nell'affaire), ma anche potenze quali Russia e Cina.
Intanto Roberta Metsola si prepara ad apporre la propria firma sul Decreto che introduce un pacchetto di misure sanzionatorie nei confronti delle personalità indagate nel caso Qatargate e al contempo serra le maglie anti-mazzette. In totale, 14 provvedimenti che avranno il compito di evitare che accada di nuovo qualcosa di simile. Eppure, sarebbe "ingenuo pensare che potrà non ripetersi, bisogna essere pronti al peggio". Buona la risposta da parte dei fedelissimi, in un mandato che comunque proseguirà con una macchia indelebile.
Dichiarazioni scritte sugli incontri istituzionali, ammissione di eventuali conflitti di interessi, ratifica di tutte le somme percepite e dichiarazioni dei redditi: queste le prime quattro norme, già esistenti ma inasprite. A esse si aggiungono altre sanzioni anti-lobby, a cominciare dalla revoca degli accrediti permanenti agli ex membri dell'Eurocamera. La più discussa è certamente il blocco della pensione (o dello stipendio) in caso di condanna con pena superiore ai due anni di reclusione: qui però servono certezze legali sulla fattibilità. Lunedì, all'apertura dei lavori per la nuova settimana, sarà invece discussa la revoca dell'immunità parlamentare per Andrea Cozzolino e Marc Tarabella: decisione attesa (e presumibilmente ratificata) entro 60 giorni.
Ripercorrendo la macchina corruttiva, Metsola ha confessato di essere rimasta sorpresa dallo strumento Ong per penetrare nel sistema europarlamentare e convincere a suon di migliaia di banconote i più alti rappresentanti. "Mai avuto sospetti" precisa poi la leader maltese, nemmeno durante la votazione in Commissione.