Potrebbe far discutere la presa di posizione assunta dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un'intervista concessa all'emittente polacca Tvp: in breve, il presidente ha usato la carota con gli alleati che in questi mesi, a suo dire, hanno aiutato l'Ucraina, e il bastone con gli Stati "che si sono rivelati meschini". Pur senza mai nominarli direttamente, si può intuire a chi si sia riferito agendo per sottrazione e l'Italia potrebbe rientrare nella seconda categoria.
Tra l'altro, questa uscita arriva nel momento in cui una delegazione italiana è in visita a Kiev.
L'elenco di alleati a cui andrà estrema gratitudine dopo la vittoria ucraina (messaggio ribadito ieri da Zelensky in un trilaterale a Leopoli con la Lituania e la Polonia) comincia proprio con i Paesi Baltici (Estonia e Lettonia) insieme ai membri del triangolo di Lublino (ossia Polonia e Lituania, secondo l'accordo siglato nel 2020 con cui Varsavia e Vilnius promuovevano l'integrazione di Kiev all'intero dell'Unione Europea). "I primi paesi ad aiutarci e tra i pochi a essersi dimostrati incrollabili nel loro sostegno verso il nostro popolo": così il presidente ucraino ha celebrato le due nazioni, temendo anche per loro future ripercussioni da parte della Russia.
Apprezzamenti anche per le due anglosassoni, Stati Uniti e Regno Unito: nel primo caso Zelensky ha riconosciuto "l'ingente aiuto" offerto dall'amministrazione Biden (nell'ordine di svariati miliardi di dollari), mentre si è detto sorpreso "dall'impegno di Londra sotto i vari governi che si sono succeduti". Parole di encomio anche per Paesi Bassi, Francia, Germania e Spagna.
L'Italia non compare ed è l'unico grande Paese del Vecchio Continente escluso dal leader 44enne. Nella sua invettiva, ha sottolineato che "l'Ucraina si aspettava un sostegno simile dai vicini europei, ma che sfortunatamente non tutti si sono dimostrati all'altezza delle aspettative". Alcuni addirittura sono stati definiti "meschini", qui i riferimenti si fanno decisamente più sfumati.
Nei loro confronti Zelensky rinfaccia l'atteggiamento avuto "nel momento in cui hanno visto il modo in cui gli ucraini hanno dimostrato di voler difendere la propria patria con il sangue". Solo con il prezzo di migliaia di civili uccisi a Mariupol "si sono voltati dalla nostra parte e non hanno più esitato, rappresentando per davvero i valori europei in cui dicono di credere".