Dopo il crollo demografico arrivano i primi timidi segnali di ripresa da parte dell'economia in Cina, dopo l'allentamento governativo sulle restrizioni anti covid. L'occasione è il Capodanno lunare cinese, che cadrà ufficialmente domenica 22 gennaio: tuttavia, le celebrazioni iniziano già il giorno prima, sabato 21, e si concluderanno il prossimo 5 febbraio.
Notevole il flusso di pendolari che raggiungeranno le proprie famiglie dopo un lunghissimo periodo di separazione forzata. Pesanti le ripercussioni dell'ondata di coronavirus sui macrodati economici di Pechino. Nel quarto trimestre del 2022 il Pil cinese è cresciuto del 2,9%: è il dato peggiore registrato dal 1976.
La Cina si prepara dunque a rialzare la testa almeno sotto il profilo dell'economia, visto che il nemico invisibile che prende il nome di "covid" rimarrà presente ancora a lungo. Una scelta chiara adottata dal governo, allarmato dalla contrazione della propria crescita economica, rappresentando un volume d'affari complessivo secondo solo quello degli Stati Uniti.
Come detto, il dato del Pil su Q4 2022 è il peggiore degli ultimi cinquant'anni, in contrazione anche rispetto al Q3 2022 (3,9%), sebbene tra luglio e settembre il covid in Cina era ancora un miraggio. Il dato annuale, dice +3% sul 2021: le previsioni erano al 5,5%, ancor più brusca la frenata rispetto al 2021 (+8,4%). Pesano, appunto, le due ondate covid di marzo e dicembre, con la prima che bloccò completamente i centri nevralgici di Pechino e Shanghai. Tuttavia, l'imperativo è quello di guardare al futuro con il massimo ottimismo possibile: l'obiettivo per il 2023 rimane il 5,5% di crescita, ora più facilmente raggiungibile vista la debacle dell'ultimo trimestre.
Il Capodanno lunare cinese rappresenta la prima vera opportunità per ridare slancio ai consumi, anche se è difficile pensare di assistere a un vero e proprio boom. Secondo gli esperti, infatti, la crescita sarà più graduale. Secondo le stime del Ministero dei Trasporti, tra il 7 gennaio e il 15 febbraio viaggeranno all'interno dei confini nazionali circa 2,1 di passeggeri. Nella sola giornata di martedì sono attesi circa 390.000 passeggeri in arrivo alle stazioni ferroviarie di Shanghai. Anche i collegamenti aerei internazionali si stanno riprendendo, con molte compagnie che annunciano il ripristino dei voli da e per la Cina a partire dalle prossime settimane.
Anche nella narrazione mediatica da parte di analisti e funzionari (personale sanitario escluso) c'è la voglia di accantonare definitivamente la pandemia. Risulta infatti assai nutrita la schiera di personalità convinte che il picco delle infezioni sia ormai alle spalle, e anche la popolazione ha voglia di tornare alla normalità dopo il pesantissimo lockdown imposto dalla politica Zero Covid, oggi in pensione.
Ma per la comunità scientifica l'allarme è dietro l'angolo, specialmente con un volume di spostamenti così elevato. L'allerta riguarda soprattutto le persone più anziane e lo scenario peggiore potrebbe riguardare le aree più rurali, certamente non abituate a fare i conti con ondate consistenti fino a questo momento: con il proliferare dei casi il sistema sanitario di provincia rischia un vero e proprio collasso.
Intanto l'Oms ha dimostrato di apprezzare la trasparenza delle autorità cinesi dopo la comunicazione effettuata sabato scorso con cui si annunciavano 60mila decessi per covid in Cina nel periodo compreso tra l'8 dicembre e il 12 gennaio. Dati che comunque vanno confermati dai funzionari dell'organo Onu.