Con il passaggio del bollettino covid da giornaliero a settimanale è ora possibile monitorare con maggiore precisione l'andamento della curva pandemica grazie ai tre report che vengono condotti ogni 7 giorni da Fiaso, Fondazione Gimbe e Istituto Superiore di Sanità.
Partendo in ordine di elenco, i dati comunicati questa mattina dalla Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere sono estremamente confortanti e si concentrano sui ricoveri in area ospedaliera. Relativamente alla settimana 10-17 gennaio i ricoveri scendono del 19%, risultato della media ponderata tra il -17% dei posti letto e il -44% delle rianimazioni.
Bollettino covid Fiaso, buone notizie sul fronte della situazione ospedaliera. Scorrendo la lista dei dati pubblicati troviamo un 20% di pazienti ricoverati non vaccinati (con età media di 66 anni), e un 80% di pazienti vaccinati da oltre sei mesi.
Commentando il report, il presidente Giovanni Migliore parla di "trend positivo che alleggerisce la pressione sugli ospedali", tuttavia "bisogna restare vigili in vista dell'ondata di freddo prevista durante la settimana e della riapertura delle scuole". Come altri colleghi anche Migliore osserva la totale stagnazione della campagna vaccinale, specialmente per quanto riguarda la quarta dose di vaccino per i più fragili.
I dati in calo sono confermati anche dal monitoraggio Gimbe, nella settimana 6-12 gennaio (dunque leggermente antecedente, si attendono i dati aggiornati venerdì). Crollano i contagi (-38,2%) e il dato sui ricoveri è perfettamente sovrapponibile a quello Fiaso (-16,8%), segno di un calo costante e graduale. Scendono anche i decessi (-25,7%), i ricoveri sintomatici (-16,8%, sono circa 6.400) e le terapie intensive (-2,8%).
Dati che sono stati analizzati da Massimo Ciccozzi, responsabile dell'Unità di Statistica medica del Campus di Roma, il quale parla di "coda del virus con la sua endemizzazione". Su cosa attendersi prossimamente il professore ipotizza "piccole ondate non stagionali, nell'auspicio che la variante Omicron rimanga dominante".
Chiudiamo l'analisi con il report Iss, a cui si appoggia da quasi tre anni il Ministero della Salute. In riferimento alla settimana 2-8 gennaio, i dati salienti sono tutti in calo: l'incidenza (173, era 224), il cui tasso più elevato rimane nella fascia d'età over-80 (262 casi ogni 100.000 abitanti), mentre quello più basso nella fascia 10-19 anni (37). Scende l'età media dei nuovi positivi (56 anni, uno in meno), con la conferma dell'efficacia dei vaccini: nella popolazione over-60 il rischio di mortalità è tre o quattro volte superiore (a seconda della dose) nei non vaccinati; salendo d'età negli over-80, la proporzione cresce dalle cinque alle dieci volte, sempre a seconda del grado di completamento del ciclo vaccinale.
Un punto di vista critico sui dati covid relativi ai decessi arriva da Matteo Bassetti, direttore del reparto di Malattie Infettive al San Martino di Genova, definiti "impressionanti". L'infettivologo ligure nutre dunque qualche sospetto sulla veridicità dei dati, nonostante possano sembrare consoni vista la stagione fredda in corso, e riapre il discorso sulle modalità del conteggio delle vittime per covid. L'appello è a cambiare le modalità di classificazione, anche per una comunicazione più trasparente ed efficace sulla campagna vaccinale.
A livello europeo, infine, si attende la riunione di venerdì 20 gennaio convocata dall'Ipcr per l'aggiornamento sulla situazione in Cina, anche alla luce dei dati comunicati da Pechino lo scorso weekend. All'ordine del giorno possibile studio della strategia nel caso in cui la variante Omicron Kraken diventi nei prossimi mesi predominante come già sta accadendo negli Stati Uniti.