E’ in corso a Bruxelles l’Assemblea Ue tra i ministri degli Esteri, i cui argomenti chiave comprendono anche un aggiornamento sulle posizioni del Vecchio Continente rispetto alla situazione in Iran: si discute in particolare di nuove sanzioni contro il regime repressivo messo in atto dal governo contro i manifestanti.
In caso di fumata bianca si tratterebbe della prima risoluzione importante della neo insediata presidenza svedese. Tra gli altri temi all’ordine del giorno figurano anche le relazioni degli osservatori sulle tensioni tra Armenia e Azerbaijan, degli aiuti militari congiunti in Ucraina e degli scenari umanitari nel Sahel e in Afghanistan.
L’Unione Europea (Ue), tramite i 27 rappresentanti degli Esteri, si riunisce oggi in Belgio per inasprire le sanzioni contro l’Iran alla luce del protrarsi del regime repressivo contro i manifestanti.
Con molta probabilità entro la serata sarà approvato un pacchetto di misure contro Teheran, composto da 37 nuove voci: molte di queste riguardano l’identificazione di persone singole o di organizzazioni classificate in futuro come terroristiche in quanto hanno violato in maniera grave i diritti umani. In cima alla lista c’è il Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche dell'Iran (IRGC), vale a dire l’esercito iraniano pro-governo, tuttavia l’operazione viene considerata giuridicamente difficile.
Dall'inizio delle proteste, ossia dallo scorso settembre, Bruxelles ha già emanato tre pacchetti di sanzioni contro l'Iran per violazione dei diritti umani: misure applicate complessivamente a 146 persone di 12 organizzazioni, tra cui anche membri dell'IRGC.
"L'Unione Europea non può dichiarare il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie iraniane (IRGC) un'entità terroristica fino a quando la direttiva non arriverà da un tribunale di un Paese membro dell'UE". Così spiega in maniera estremamente semplice e chiara Josep Borrell, Alto Rappresentante per la politica estera.
La scorsa settimana il Parlamento europeo aveva infatti fatto appello al Consiglio e alla Commissione affinché fosse votata la mozione, dal momento che c'erano prove tangibili del supporto iraniano alla Russia nella guerra in Ucraina (in particolare per quanto riguarda la fornitura dei droni). Ecco dunque che la soluzione di ripiego consiste nell'applicare sanzioni contro i singoli individui, un po' come avvenuto contro gli oligarchi di Mosca all'inizio del conflitto in Donbass.
In Iran si segue con grandissima attenzione ciò che accadrà in giornata, mettendo in guarda l'Occidente dalle conseguenze di un simile "errore". In una dichiarazione riportata da testate vicine alla Guardie Rivoluzionarie, il generale Hossein Salami ha ammonito Bruxelles "ad accettare le conseguenze di qualsiasi decisione sarà assunta", pur ribadendo che "simili dichiarazioni non scalfiranno l'integrità di questo esercito".
Il Parlamento iraniano ha già individuato la risposta immediata all'ostruzionismo europeo e ha in programma la messa in atto di un piano urgente" per imporre restrizioni ai movimenti delle navi commerciali europee nello stretto di Hormuz, interconnessione tra il Mar Rosso e il Mar Arabico.