Il ministero della Difesa dell'Iran ha comunicato di aver sventato un attacco aereo con droni (almeno tre) nel complesso militare di Isfahan. I meccanismi di difesa avrebbero dunque funzionato senza mettere in pericolo l'intera struttura e senza causare danni a persone o cose.
Il vice governatore della provincia di Isfahan, Mohammad Reza Jan-Nesari, ha dichiarato durante un collegamento televisivo che non ci sono state vittime, aggiungendo che sull'episodio sarà avviata un'inchiesta per stabilire le responsabilità dell'accaduto. In rete circolano video in cui si vedono esplosioni e colonne di fumo che imperversano nell'area dove è situato un importante deposito di munizioni. Isfahan è considerabile come il quartier generale delle milizie aeronautiche di Teheran: proprio qui ha sede la flotta di aerei caccia F-14 e il tanto discusso Centro di ricerca e produzione di combustibile nucleare.
L'attacco con droni-bomba al deposito militare di Isfahan, in Iran rappresenta in ogni caso un unicum: è infatti la prima volta che il Paese, già dilaniato dalle proteste in seguito alla morte di Mahsa Amini, viene attaccato in questo modo. Si teme di conseguenza un'escalation di violenza dopo le dichiarazioni tutt'altro che pacifiche tra l'Iran e i Paesi arabi ma anche con l'Occidente.
I sospetti principali in merito a quanto accaduto questa notte sembrano puntare su Israele, ma è chiaro si che si tratti di un'accusa figlia dei pessimi rapporti diplomatici. La folla si è poi radunata nel perimetro dove è avvenuta l'esplosione, incredula e scioccata rispetto a ciò che stava assistendo. L'area è tradizionalmente abbastanza frequentata, poiché nelle vicinanze è sito anche un centro commerciale e un negozio di tappeti: una prassi abbastanza comune in Iran, dove si tende a celare alla vista qualsiasi riferimento a ciò che avviene all'interno di tali hangar.