Sono Torino, Milano e Asti le città più inquinate d'Italia nel 2022, ma, in generale, la situazione smog si presenta critica in tutta Italia secondo il nuovo report di Legambiente "Mal Aria di città. Cambio di passo cercasi", redatto e pubblicato nell'ambito della Clean Cities Campaign. L'analisi, che prende in considerazione i dati sull'inquinamento registrati lo scorso anno nei capoluoghi di provincia, mette in luce la necessità di interventi decisi, soprattutto in vista della prossima direttiva europea, che sancirà valori limite più stringenti rispetto a quelli attuali.
"L'inquinamento atmosferico non è solo un problema ambientale, ma anche un problema sanitario di grande importanza. In Europa, è la prima causa di morte prematura dovuta a fattori ambientali e l'Italia registra un triste primato con più di 52mila decessi annui da PM2.5, pari a un quinto di quelli rilevati in tutto il continente. È necessario agire con urgenza per salvaguardare la salute dei cittadini, introducendo politiche efficaci ed integrate che incidano sulle diverse fonti di smog, dalla mobilità al riscaldamento degli edifici, dall'industria all'agricoltura", ha ricordato il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, nel presentare il nuovo report sull'inquinamento delle città italiane.
Prendendo in considerazione i dati sui livelli delle polveri sottili (PM10, PM2.5) e del biossido di azoto (NO2) nei capoluoghi di provincia nel corso del 2022, l'analisi mostra che ben 29 città su 95 hanno superato i limiti giornalieri di PM10. Le situazioni peggiori sono state rilevate a Torino, Milano, Asti, Modena, Padova e Venezia, dove il numero di 35 giorni di sforamento tollerati dalla normativa è stato doppiato; ma, in generale, è la situazione riscontrata nella maggior parte delle città italiane a preoccupare: tra quelle monitorate, sarebbero solo 23 le città a non essere fuorilegge secondo la prossima direttiva europea sulla qualità dell'aria che, dal 1 gennaio 2030, dimezzerà la concentrazione media annuale ammissibile (dagli attuali 40 µg/mc ai 20µg/mc).
Per quanto riguarda il PM2.5, è l'84% del campione ad aver registrato valori superiori a quelli previsti dalla prossima direttiva; il 61% per l'NO2. "Questo significa che le città italiane dovranno lavorare duramente per adeguarsi ai nuovi limiti entro i prossimi sette anni - osserva Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente -, soprattutto considerando che i trend di riduzione dell’inquinamento finora registrati non sono incoraggianti (si parla, annualmente, del -2% per il particolato e del -3% per l'ossido di azoto, ndr) e che i valori indicati dalle linee guida dell’OMS, che sono il vero obiettivo da raggiungere per tutelare la salute delle persone, sono ancora più stringenti dei futuri limiti europei".
Ciò che emerge dal report è quindi la necessità di attuare degli interventi decisi, soprattutto nelle città del Settentrione italiano. Tra le proposte avanzate da Legambiente, ce ne sono alcuni, in particolare, "a misura di città":