Pubblicato in data odierna il report sul tema della pedofilia commessa da sacerdoti a cura dell'Osservatorio permanente della Rete l’Abuso. Quest'ultima è l’associazione italiana che raccoglie le vittime di abusi sessuali da parte dei preti.
Secondo i numeri aggiornati al 2022, sono 164 i sacerdoti con condanna definitiva negli ultimi 15 anni.
Il presidente Zanardi aggiunge poi che "l’arco temporale di riferimento è leggermente inferiore, pari a circa 13 anni" e che "le segnalazioni contenute nel documento sono raccolte direttamente dalle denunce delle presunte vittime". Pertanto, quando parla di fenomeno sottodimensionato per riferirsi alla pedofilia tra i sacerdoti, è perché non sono compresi i casi non denunciati e quelli che hanno come molestatore altre figure legate al mondo delle parrocchie come catechisti, educatori, animatori e laici in generale.
L'associazione rivendica poi la qualità e l'impegno del suo lavoro, bacchettando la mancanza di attenzione da parte delle istituzioni. Ecco dunque che lo scopo di redigere quotidianamente tale report "non è per raccogliere semplici numeri ma per evidenziare un fenomeno che in Italia è particolarmente allarmante". L'impegno è dunque di allargare quanto più possibile la platea degli organi a cui sarà trasmesso tale documento. Ecco dunque che il bollettini sarà inviato alla Procura generale della Repubblica, al Comando generale dell'Arma dei Carabinieri e alla Polizia. Poi si varcheranno i confini nazionali fino ad arrivare all'Onu e all'Ue.
A questi si aggiungono 86 casi segnalati da vittime che per improcedibilità spesso legata alla prescrizione non sono noti alle autorità civili. Il totale dei casi potenzialmente pericolosi è pari 418, che condurrebbero a un numero esponenzialmente più elevato di potenziali vittime: 29.260.
Nel report figura anche la divisione dei dati regione per regione: al primo posto c'è la Lombardia con 69 casi, seguita dal Veneto con 40, dalla Sicilia con 39, dal Piemonte con 37 e dalla Campania con 34. A seguire, Lazio (29 casi), Puglia e Toscana (25 ciascuna), Liguria (23), Calabria (21), Emilia Romagna (19), Sardegna (12), Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Umbria (8 ciascuna), Marche (7), Abruzzo (6), Molise (4), Basilicata e Città del Vaticano (2).
Le informazioni complete sono reperibili sul sito internet dell'associazione Rete L'Abuso.
E proprio in merito a questo fenomeno, sta facendo discutere la protesta organizzata da due vittime di abusi nel clero nei confronti di George Pell, ex cardinale deceduto a Sydney a 81 anni. L'uomo era stato condannato e poi assolto dalle accuse di abusi sessuali su minori, con una reclusione pari a sei anni comminata nel 2018 in riferimento a cinque casi di violenza sessuale accertata. Sentenza poi revocata nel 2020 quando Pell aveva scontato poco più di un anno dietro le sbarre. L'uomo era inoltre a conoscenza di un maxi dossier contenente oltre 4mila denunce presentate in circa trent'anni, tenute nascoste all'opinione pubblica.
Al cardinale sono stati negati i funerali di Stato, proprio per le polemiche che hanno coinvolto il suo nome negli ultimi anni. Le autorità temono una possibile escalation, dal momento che domani sono in programma altre manifestazioni per il momento non autorizzate.
"Sono venuto a Sydney per annodare nastri per le persone che sono troppo malate o non sono più in vita, e per le loro famiglie che sono troppo arrabbiate per venire qui", ha detto Auchettl all'emittente pubblica australiana Abc.