Il viaggio del Papa del Congo si arricchisce di un'altra tappa. Dopo la giornata di ieri, in cui il Pontefice ha voluto dare ai sacerdoti del Paese un messaggio universale di pace, oggi il focus di Bergoglio è dedicato all'odio e all'egoismo. Gli interlocutori, in questo caso, sono i vescovi della Repubblica Democratica del Congo, la Comece. "Occorre sradicare le piante velenose dell’odio e dell’egoismo, del rancore e della violenza; demolire gli altari consacrati al denaro e alla corruzione ma attenzione a non fare un’azione politica. Così il Pontefice ha voluto dire la sua su temi come corruzione e egoismo.
Per tutte le giornate in cui il Papa è stato in Congo c'è stato un solo leit motiv, il calore e la gioia in ogni accoglienza. Il motivo è valido anche oggi, con l’abbraccio caloroso dei giovani a Francesco, nello stadio dei Martiri di Kinshasa, che ha aperto la terza giornata del quarantesimo viaggio apostolico in Repubblica Democratica del Congo. Per i tanti ragazzi giunti per omaggiare il Pontefice è stato un momento di grande aggregazione e condivisione, anche alla luce delle problematiche che attanagliano il Paese da tempo, sia dal punto di vista dei conflitti interni sia per quanto riguarda la gestione delle materie prime.
Quello tra il Papa e i vescovi è stato un incontro segnato anche dal forte appello del Papa a non cedere alla corruzione e a scegliere il bene, senza lasciarsi inghiottire dalla palude del male. Non solo l'incontro con le principali autorità ecclesiastiche del Congo: il viaggio di Papa Francesco è stato intervallato da vari momenti di ascolto con i fedeli. Nella cattedrale "Notre Dame du Congo c'è stata l'occasione per ascolto e dialogo con le voci della chiesa locale. Francesco ha esortato a lavorare per essere sempre testimoni di pace, senza cedere all'inganno dell'odio e della rabbia. Le consacrate e i seminaristi sono presenti 1.200 fedeli. Queste le stime delle autorità locali. Sommati a coloro che seguono l'evento dall'aerea esterna si stima partecipino 5mila persone.