Scandalo ecologico in Brasile dopo che il governo Lula ha deciso di attuare il piano di demolizione dell'ex portaerei "San Paolo" nell'Oceano Atlantico: le operazioni si sono svolte nella giornata di venerdì, facendo "affondare" la nave e portando sott'acqua possibili ripercussioni pericolose a causa del materiale nocivo ancora presente al suo interno.
La distruzione della portaerei, come detto, era già pianificata e controllata dalla Marina verdeoro da prima dell'insediamento del leader di centrosinistra, ed è avvenuta a circa 350 km dalla costa brasiliana, in un'area con una profondità approssimativa di 5.000 metri.
La vicenda ricorda per certi aspetti quanto accaduto qualche settimana fa in Giappone, dove sono state liberati in mare milioni di litri di acqua di scarico provenienti dalla centrale nucleare di Fukushima, causando l'ira dei pescatori.
Qui il governo del Brasile ha allargato le braccia di fronte alla mancanza di alternative di "smaltimento" della portaerei, senza dunque trovare né una soluzione diversa né un'area estremamente sicura e adatta a questo tipo di operazioni.
Come logico attendersi la decisione ha incontrato una feroce opposizione da parte dei gruppi ambientalisti sin dal principio. A loro giudizio, all'interno della nave sono rimaste intrappolate enormi quantità di amianto, metalli pesanti e altri materiali tossici, che ora mettono in pericolo l'intero ecosistema marino.
Il Basel Action Network, gruppo ambientalista internazionale, ha criticato aspramente l'ecologismo di facciata del presidente Lula, il quale aveva promesso di impegnarsi per migliorare la transizione green del Paese in opposizione alla politica dettata da Bolsonaro. La Ong Shipbreaking Platform, coalizione di organizzazioni ambientaliste, sindacali e per i diritti umani, aveva descritto il progetto brasiliano di affondare la Sao Paulo come un potenziale "crimine ambientale sponsorizzato dallo Stato".
Scorrendo la vicenda storica, la portaerei "San Paolo", lunga circa 270 metri, fu costruita alla fine degli anni '50 in Francia, solcando i mari di tutto il mondo per quasi quarant'anni. Tra le missioni più prestigiose della nave militare compaiono i primi test nucleari della Francia nel Pacifico negli anni '60, i viaggi in Africa, in Medio Oriente e nell'ex Jugoslavia dagli anni '70 agli anni '90. Il Brasile la acquistò per 12 milioni di dollari nel 2000, ma di fatto non riuscì a riportare la nobile imbarcazione agli antichi fasti.