Terremoto in Turchia e Siria, le ultime notizie.
Sarà un altro giorno infernale per Ankara e Damasco, con il numero delle vittime destinato inesorabilmente a crescere. Le urla e le grida disperate delle persone intrappolate sotto le macerie continuano a rappresentare la drammatica colonna sonora di quello che Erdogan ha definito "il più grande disastro dal 1939". Il bilancio delle vittime aggiornato nella notte parla di oltre 3.700 morti.
Le operazioni di soccorso e di ricerca dei dispersi non si sono arrestate per un secondo durante la notte, nonostante le temperature estremamente rigide, con la colonnina di mercurio che è scesa sotto lo zero termico. Numerose le immagini simbolo di tale devastazione, a cominciare dal corpo senza vita di un bambino che giace affianco alla madre in preda alla lacrime mentre viene estratta viva dai soccorritori.
Il bilancio del terremoto che ha travolto il confine tra Turchia e Siria è dunque destinato a inasprirsi anche nella giornata odierna.
A Kahramanmaras, villaggio a nord di Hatay, intere famiglie si sono riunite intorno al fuoco e si sono avvolte nelle coperte per riscaldarsi, consolati anche da un pasto caldo e da un sorso d'acqua mentre a qualche centinaio di metri di distanza la loro casa era ridotta a un cumulo di pietra e fango.
Scindendo le due situazioni, che in realtà sono particolarmente collegate nel dolore, vediamo l'ultimo bollettino. In Turchia, si contano attualmente 2.316 morti, secondo l'Autorità per la gestione dei disastri e delle emergenze (AFAD), più di 13.000 feriti sono stati segnalati nel sisma di lunedì. In Siria sono almeno 1.444 persone decedute e circa 3.500 sono rimaste ferite, secondo i dati forniti dal governo di Damasco.
La situazione è aggravata da un lato (quello turco) dalle condizioni di estrema povertà in cui vivono le famiglie di quest'area, tra le più sottosviluppate del Paese anatolico (non c'è connessione internet), dall'altro (quello siriano) dallo scenario geopolitico della guerra civile che ha portato le forze anti-governative ad assumere il controllo dell'area.
Un'altra fotografia drammatica arriva direttamente dagli ospedali, dove il flusso di pazienti è semplicemente impressionante. Molte strutture non hanno retto alla forza devastante del sisma e sono state spazzate via, rendendo ancor più complesso gestire un sistema sanitario già debole per capillarità ed efficienza.