Alla domanda: oggi è meglio il tasso variabile o il tasso fisso? La risposta potrebbe essere ni. Anche se il variabile ha superato il tasso fisso (con l’Euribor salito al 2,57% e proiettato verso il 3% e l'Eurirs a 30 anni al 2,37%) secondo gli analisti rimane ancora quello più conveniente.
Stando a quanto riportato da Il Sole 24 Ore, gli Euribor, vale a dire gli indici in base ai quali viene calcolata la rata del mutuo variabile, sono agganciati al tasso sui depositi, che è più basso di 50 punti base rispetto all’altro tasso manovrato dalla Bce, quello di rifinanziamento principale, proiettato al 3,5%.
Da qualche settimana l’Euribor a 3 mesi è più in alto rispetto all’Eurirs 30 anni (2,37%). La conseguenza è che a parità di spread applicato dalle banche, il variabile costa di più del più del fisso in fase di partenza. Si tratta di un sorpasso storico: l’ultima volta in cui è successo è stato nel 2008.
Ricordiamo che il 2023 è iniziato con un netto rialzo: a febbraio la Bce ha annunciato una impennata di 50 punti base. E le brutte notizie non sono finite qui. La Banca Centrale Europea ha anche avvisato che ci sarà un ulteriore rialzo il prossimo mese.
Per gli analisti, il tasso variabile resta ancora quello più conveniente per gli italiani. Il motivo? Si ipotizza che al picco degli Euribor al 3,4% di fine seguirà e una discesa nel 2024-2025 sotto il 2,5%. La stessa cosa era successa nel 2008: chi a quei tempi aveva scelto il variabile (che costava più del fisso) ha potuto beneficiare dopo qualche trimestre di tassi di tassi più bassi. Quindi, a conti fatti, il variabile resta ancora il tasso vincente, soprattutto per chi opta di attivare un mutuo a lungo termine.