11 Feb, 2023 - 02:11

Accadde oggi, 11 febbraio 1918: D'Annunzio e la beffa di Buccari

Accadde oggi, 11 febbraio 1918: D'Annunzio e la beffa di Buccari

Accadde oggi, 11 febbraio 1918: D'Annunzio e la beffa di Buccari. Beffa di Buccari o impresa di Buccari, fu un evento bellico legato alla Prima guerra mondiale: un'incursione effettuata da motoscafi armati siluranti della Regia Marina Italiana contro un naviglio austro-ungarico. Avvenne nella baia di Buccari che oggi appartiene alla Croazia. All'azione prese parte anche il grande poeta Gabriele D'Annunzio.

Accadde oggi, 11 febbraio 1918: D'Annunzio e la beffa di Buccari

Dopo la vittoriosa incursione su Trieste del dicembre 1917, in cui i MAS 9 e 13, guidati rispettivamente da Luigi Rizzo e Andrea Ferrarini, avevano affondato la corazzata austro-ungarica Wien, venne organizzata un'altra azione nella baia di Buccari, perché lì erano stanziate diverse unità navali nemiche. Benché si sia trattato di un'azione sostanzialmente irrilevante dal punto di vista militare, fu molto importante perché risollevò il morale dell'esercito italiano dopo la disfatta di Caporetto.

Le irrilevanti conseguenze militari della beffa di Buccari

Non ebbe effetti dal punto di vista militare perché le navi austro-ungariche, protette efficacemente dalle reti anti-siluro, non riportarono alcun danno materiale. L'azione, però, fece emergere una mancanza di coordinamento nel sistema di vigilanza nemico che rese possibile l'azione dei marinai italiani. Inoltre, dimostrò che l'utilizzo di piccole imbarcazioni nell'oscurità avrebbe consentito in futuro di compiere altre azioni simili senza impiegare le grandi navi di superficie.

L'effetto dimostrativo e propagandistico

La presenza di Gabriele D'Annunzio nell'azione era stata studiata e preventivata proprio per scopi dimostrativi e propagandistici, con la scelta di un porto poco difeso e senza unità da guerra nemiche, la cui presenza avrebbe alzato il livello di guardia del porto. L'impresa costrinse il nemico a un maggiore impegno di energie in nuovi adattamenti difensivi e di vigilanza e comunque ebbe un'influenza negativa sul morale austriaco. La beffa di Buccari ebbe una grande risonanza in Italia, in una fase della Grande Guerra in cui gli aspetti psicologici stavano diventando molto importanti. D'Annunzio svolse un ruolo fondamentale nel propagandare l'impresa e il suo messaggio lasciato in tre bottiglie nelle acque di Buccari, si diffuse rapidamente contribuendo a risollevare il morale del Regio Esercito Italiano impegnato sul Piave.

Il testo del messaggio che il vate D'Annunzio lasciò nelle acque di Buccari

In onta alla cautissima Flotta austriaca occupata a covare senza fine dentro i porti sicuri la gloriuzza di Lissa, sono venuti col ferro e col fuoco a scuotere la prudenza nel suo più comodo rifugio i marinai d'Italia, che si ridono d'ogni sorta di reti e di sbarre, pronti sempre a osare l'inosabile. E un buon compagno, ben noto - il nemico capitale, fra tutti i nemici il nemicissimo, quello di Pola e di Cattaro - è venuto con loro a beffarsi della taglia.

La storia su Radio Cusano Campus e Cusano Italia TV. La Storia Oscura, dal lunedì al venerdì on air sulla radio dell’Università Niccolò Cusano dalle 13 alle 15. A Spasso nel Tempo, in onda sul canale 264 del digitale terrestre alle 20.30 del martedi.

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Fabio Camillacci
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