Le parole pronunciate ieri da Silvio Berlusconi in una dichiarazione al quotidiano "Il Messaggero" rimbalzano anche in Russia e Ucraina, scatenando dure reazioni da parte dell'ufficio presidenziale di Volodymyr Zelensky. In assenza di un commento da parte del diretto interessato, sono il capo dell'ufficio Mykhaylo Podolyak e il ministro degli Esteri Oleg Nikolenko a fare le sue veci replicando all'ex premier.
Riassumendo il contesto, Berlusconi è stato intercettato all'uscita del seggio dopo aver votato per le elezioni Regionali: una delle domande verteva sul ruolo dell'Italia nella politica estera, alla luce di qualche frizione avvenuta a margine del Consiglio Ue e dopo l'incontro tra Zelensky insieme a Macron e Scholz all'Eliseo.
Ebbene, a tal proposito il Cavaliere ha criticato il bilaterale condotto da Giorgia Meloni, sottolineando che "al suo posto, da primo ministro, io non avrei mai incontrato Zelensky". Palazzo Chigi è immediatamente corso ai ripari con un breve comunicato nel quale si legge che "l'Italia conferma il "fermo e fiducioso sostegno" all'Ucraina. Mossa apprezzata dai vertici di Stato di Kiev.
Le reazioni dell'Ucraina sulle parole di Silvio Berlusconi ricostruiscono inoltre la cronistoria di una serie di uscite dell'ex premier piuttosto ambigue, che strizzano l'occhio "all'amico Putin". Tra queste l'accusa a Kiev di aver causato la guerriglia nelle repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk nel 2014, senza la quale non si sarebbe arrivati alla situazione attuale. Per questo il leader forzista ha parlato di "condotta negativa" da parte di Zelensky.
Il primo membro presidenziale a intervenire questa mattina è il ministro degli Esteri Oleg Nikolenko:
Nikolenko invita poi Berlusconi "ad assumersi la responsabilità politica e morale delle sue parole", aggiungendo che "si tratta di un tentativo di baciare le mani di Putin, che sono sporche di sangue fino al gomito, e di dimostrare la propria fedeltà al dittatore russo".
Poi ha lasciato che fossero i fatti a definire meglio il personaggio, quando ha ricordato il baciamano dell'ex premier all'allora leader libico Gheddafi.
Successivamente è entrato nel dibattito anche il capo dell'ufficio presidenziale, Mykhaylo Podolyak, tramite una nota inviata un quotidiano italiano:
Ma la risposta contiene anche una spiegazione storica dei fatti. Podolyak ha tenuto a precisare "che le repubbliche del Donbass non sono mai esistite, in quanto nella primavera del 2014 gli occupanti hanno creato una enclave criminale sul territorio ucraino in modo assolutamente illegale".
Stoccata finale che lancia un messaggio esplicito: "Berlusconi dichiari pubblicamente di essere a favore del genocidio degli ucraini".
Non è tra l'altro la prima volta che Podolyak critica duramente la posizione del leader azzurro: l'altro precedente risale al tentativo di mediazione che Berlusconi avrebbe proposto all'ex cancelliere Angela Merkel in virtù dei loro rapporti di lunga data con Vladimir Putin. Secondo il capo ucraino si tratterebbe di una strategia attuata unicamente per ripristinare la propria reputazione e far parlare di sé, in quanto "nessuno dei due ha la credibilità o l'autorità per mediare i negoziati tra Kiev e Mosca".