Accadde oggi, 17 febbraio 1600: giustiziato Giordano Bruno. Giordano Bruno è stato un filosofo nato a Nola (Napoli) nel 1548. Filippo della famiglia dei Bruni, assunse il nome di Giordano entrando a 17 anni nel convento di S. Domenico a Napoli. Sospettato di eresia, riparò a Roma. Deposto l'abito ecclesiastico, andò peregrinando di città in città: a Ginevra dove per alcuni mesi abbracciò il calvinismo, a Tolosa, Parigi, Londra e Oxford. Poi si spostò in Germania: a Francoforte pubblicò i poemi latini De minimo, De monade, De immenso et innumerabilibus.
Nel 1591 accogliendo l'invito di Giovanni Mocenigo, Giordano Bruno si recò a Venezia dove, denunciato come eretico dallo stesso Mocenigo, venne arrestato dall'Inquisizione e processato. Era il 1592. A quel punto, Giordano Bruno si dichiarò disposto a fare ammenda, ma, trasferito all'Inquisizione di Roma, e sottoposto a nuovo processo, si rifiutò di abiurare e di conseguenza venne condannato a morte al rogo come eretico. Affrontò impavido e senza chiedere perdono il rogo in Campo de' Fiori.
Alla base della filosofia di Giordano Bruno può porsi l'intuizione dell'originaria unità e infinità del tutto, in cui l'uno-Dio, infinito in un solo atto, si riverbera e moltiplica in infinite sussistenze attraverso un processo di discesa necessario e immanente alla stessa natura divina. Pertanto, ovunque è visibile e quasi sensibile Dio. I temi e i termini che Bruno utilizza nella sua costruzione metafisica, sono di tutte le scuole e tradizioni; però, profondamente originale è l'ispirazione e il "furore" che regge la sua speculazione. In questo infinito fatto di corrispondenze e consonanze segrete, il sapere assume motivi magici.
In campo letterario Giordano Bruno è tra coloro che preannunciano, nell'ultimo Cinquecento e nel primo Seicento, la letteratura più moderna. Si pone, risolutamente, in nome della libertà del poeta e dell'uomo, contro le regole letterarie esterne, ricavate ai suoi tempi dalla Poetica di Aristotele, contro le imitazioni, in particolare del Petrarca. Bruno inizia la violenta satira contro il pedante, cioè contro l'erudizione fine a sé stessa e la letteratura paga di semplici correzioni. Rozzo, dialettale, sovente contorto e torrenziale; tuttavia, Giordano Bruno esprime spesso con rara potenza nella satira o nell'esaltazione intellettuale, la sua ansia di dignità e di verità (nella foto: piazza Campo de' Fiori a Roma con al centro il monumento a Giordano Bruno, eretto proprio nel punto in cui il filosofo venne arso vivo).
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