Accadde oggi, 21 febbraio 1848: il Manifesto del Partito Comunista. Composto da Karl Marx e Friedrich Engels tra il 1847 e il 1848 su commissione della Lega dei comunisti, il Manifesto del Partito Comunista fu pubblicato per la prima volta proprio il 21 febbraio di 175 anni fa. Dopo una breve Prefazione, famosa per la frase di apertura uno spettro si aggira per l’Europa-lo spettro del comunismo, l’opera si articola in quattro sezioni.
Nella 1° sezione dal titolo Borghesi e Proletari, viene esposta un’interpretazione della storia umana come storia di lotte di classi sociali, e descritta l’epoca moderna come l’ultima fase di questo ciclo secolare; caratterizzata dalla lotta fra borghesi e proletari. Le origini di questa lotta vengono rintracciate nella stessa dinamica della classe borghese, che, si legge, non può esistere senza rivoluzionare continuamente gli strumenti di produzione, i rapporti di produzione, dunque tutti i rapporti sociali. Unificando i mercati e concentrando i lavoratori nelle città e nelle fabbriche la borghesia ha di fatto creato il proprio nemico di classe, il proletariato urbano.
Sempre nella prima sezione viene evidenziato quanto segue: costantemente impoverito dalla diminuzione del valore della propria forza-lavoro e dalle ricorrenti crisi economiche generate dal libero mercato, il proletariato urbano diventa un soggetto rivoluzionario. È la stessa dinamica del processo capitalistico di produzione, quindi, a spingere gli operai a ribellarsi e a chiedere un nuovo modo di organizzare le forze produttive della società. La 2° sezione, invece, s’intitola Proletari e comunisti, e il Partito comunista si presenta come l’unico e vero rappresentante degli interessi del proletariato. L’azione rivoluzionaria si articola sostanzialmente in due fasi. Nella prima è previsto l’accentramento nelle mani dello Stato proletario di tutti i mezzi di produzione, con la conseguente abolizione della proprietà privata. Mentre, nella seconda è prevista la scomparsa di ogni differenza di classe, e quindi la scomparsa dello Stato stesso, che si trasformerà in un mero strumento di amministrazione. Terza sezione: Letteratura socialista e comunista. In questa sezione si prendono le distanze dagli altri movimenti di ispirazione proletaria, ossia il socialismo reazionario e piccolo-borghese, espressione di classi che, respinte dalla concorrenza ai margini del processo produttivo, rimpiangono nostalgicamente la società medievale e corporativa; il «socialismo conservatore o borghese», la cui unica preoccupazione è quella di smorzare le tendenze rivoluzionarie del proletariato.
Il socialismo e comunismo critico-utopistico, che prefigura nuovi modelli di società senza indagare minimamente i presupposti materiali della loro genesi. Infine, la quarta sezione, Posizione dei comunisti di fronte ai diversi partiti di opposizione. Questa sostanzialmente afferma che per motivi tattici i comunisti appoggeranno qualsiasi movimento che combatta l’ordine costituito, senza rinunciare tuttavia a rivendicare costantemente la propria specificità e a sottrarre aderenti ai partiti con cui stringono alleanze temporanee. L’opera si chiude con il celebre invito, proletari di tutti i paesi, unitevi!.
La storia su Radio Cusano Campus e Cusano Italia TV. La Storia Oscura, dal lunedì al venerdì on air sulla radio dell’Università Niccolò Cusano dalle 13 alle 15. A Spasso nel Tempo, in onda sul canale 264 del digitale terrestre alle 20.30 del martedi.