La Russia si ferma per assistere al discorso alla nazione pronunciato questa mattina a Mosca dal presidente Vladimir Putin. Di fronte a lui ci sono le principali cariche dello Stato, volti diventati più noti alle cronache occidentali dal 24 febbraio scorso: il ministro della Difesa Sergei Shoigu, l'ex presidente e premier Dmitri Medvedev, il ministro delle Finanze Andrei Siluanov, il ministro degli Esteri Sergei Lavrov, il patriarca Kirill.
Nessuna presenza straniera, giudicata scomoda e dunque non meritevole di invito. La sintesi delle sue parole è eloquente e punta il dito della responsabilità di quanto sta accadendo verso l’Occidente, e successivamente contro l’Ucraina. Per il Cremlino, quindi, la posizione non cambia rispetto all’operazione militare speciale: è l’Europa a essersi intromessa negli affari tra Kiev e Mosca, causando l’escalation bellica.
Lo Zar ha poi esaltato un folto nucleo di divisioni dell'esercito, anticipando l'Assemblea Federale in programma nel pomeriggio.
L’unico punto di contatto, non necessariamente positivo, riguarda la portata geopolitica di quanto sta accadendo ormai da un anno a questa parte:
Si tratta di un aggiornamento di quanto pronunciato nel freddo discorso alla nazione di fine anno, solo pochi mesi fa.
Da questo punto di vista la Russia non si sposta di un millimetro e continua a ritenere l’Alleanza Atlantica responsabile dell’escalation.
Putin ha poi ricordato le ragioni alla base dell’uso della forza da parte dell’esercito, vale a dire la denazificazione del Donbass, unita alle costanti minacce d’odio espresse dal governo ucraino. E che prima di passare alle maniere forti ha cercato dal 2014 a oggi di risolvere in maniera pacifica le tensioni scoppiate nelle due repubbliche separatiste autoproclamate.
L’affondo all’Occidente arriva in seguito ed è forse il più netto pronunciato dal leader russo dallo scoppio del conflitto.
L’accusa al blocco Nato è di giocare con il tempo e di chiudere gli occhi di fronte alle uccisioni perpetrate dagli ucraini in Donbass.
Dalle parole di Putin emerge anche il fatto che la Russia abbia seguito piuttosto da vicino quanto accaduto alla Conferenza sulla Sicurezza a Monaco. Lo Zar ha poi affermato di avere le prove che l'Ucraina abbia cercato di raccogliere armi biologiche e nucleari. Forti critiche al mondo occidentale persino sulla questione della famiglia a dei diritti Lgbtq: