Intervenendo al concerto patriottico - in occasione della festa dei Difensori della patria - allo stadio Lushniki di Mosca, Vladimir Putin ha preparato un nuovo discorso oggi. Si tratta di un ulteriore capitolo all'interno della guerra in Ucraina, con il leader russo che ha parlato in questa maniera: "Tutto il nostro popolo è il difensore della patria. In Ucraina è in corso una battaglia ai nostri confini storici per la nostra gente."
Inoltre, Putin ha voluto elogiare il ruolo dell'esercito, impegnato ormai da un anno all'interno del conflitto nei territori ucraini: "Questa guerra viene combattuta da uomini coraggiosi. Stanno combattendo eroicamente, coraggiosamente. Siamo orgogliosi di loro. Ci sono persone che decidono da sole di difendere la cosa più sacra e più cara che abbiamo. Famiglia e Patria. Quando siamo insieme, non abbiamo eguali, la forza è nell'unità. Per l'unità del popolo russo: urrah!"
Quindi, un altro passaggio del comizio: "In questo senso, oggi, proteggendo i nostri interessi, proteggendo la nostra gente, proteggendo la nostra cultura, lingua, territori, la nostra gente oggi è il difensore della patria. Inchinatevi a tutti! Una delle preghiere più famose inizia con le parole 'Padre nostro'. Padre, e in questo c'è qualcosa di molto vicino a ogni persona, perché diciamo anche 'madre patria': la questione riguarda la famiglia, ma è qualcosa di enorme, potente e anche vicino al cuore di ogni persona: questa è la Patria ed è una famiglia. E in generale, la Patria è una famiglia nei nostri cuori".
Inoltre, il presidente russo ha ritirato il decreto sulle linee di politica estera risalente al 2012 a causa dei "profondi cambiamenti nelle relazioni internazionali". In questo senso, tra gli obiettivi del decreto c'era la creazione di unico spazio e umano dall'Atlantico all'Oceano Pacifico, così come un ulteriore sviluppo delle relazioni con la Nato. Quindi, anche l'obiettivo di risoluzione del problema della Transnistria basato sul rispetto della sovranità e dell'integrità territoriale della Moldavia viene messo da parte.
A stretto giro è arrivata la reazione da parte di Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, il quale ha replicato alle parole del presidente della Federazione Russa chiarendo che "non sappiamo quando la guerra finirà ma di certo non possiamo più permettere che la Russia intacchi la sicurezza europea, dobbiamo spezzare questo ciclo di aggressioni di Mosca". Stoltenberg ha quindi ricordato - a margine dell'intervento al summit B9 in corso a Varsavia - i conflitti in cui la Russia è protagonista, partendo "da quello in Georgia nel 2008". Quindi, ha aggiunto che "Putin non vuole la pace, vuole più guerra. Ecco perché dobbiamo aumentare il nostro sostegno all'Ucraina."