La guerra in Ucraina chiude una settimana densa di novità in ambito internazionale, nel quale è stato celebrato suo malgrado l’anniversario del conflitto.
Si continua a combattere sia in Donbass che nelle regioni centrali dell’Ucraina. Negli ultimi giorni non si è parlato degli aggiornamenti su Bakhmut, villaggio simbolo della resistenza gialloblù ormai circondato dalle truppe filorusse. Bombardamenti anche nell’oblast di Zaporizhzhia, nel villaggio di Dniprorudnoye, a Mariupol, città sotto il controllo stabile di Mosca, e Nikopol (regione di Dnipropetrovsk).
Intanto echeggiano oltre confine le parole pronunciate ieri da Volodymyr Zelensky sul concetto di sovranità nazionale ucraino: per il leader, ciò significa la legittima riconquista della Crimea, controllata dai russi dal 2014. Il deputato della Duma di Stato russa Dmitry Belik ha dichiarato in un'intervista che qualsiasi tentativo di azione militare ucraino sulla Crimea sarebbe stroncato sul nascere, definendo Zelensky un signore oscuro che si diverte alla vista del sangue.
La senatrice della Crimea Olga Kovitidi considera pericolose e provocatorie le dichiarazioni di Kiev su un'imminente presa di controllo militare della penisola, inglobando nell’accusa anche gli Stati Uniti
Un membro del comitato per gli affari internazionali del Consiglio della Federazione, Sergey Tsekov, ha dichiarato che l'Ucraina vuole depistare l’attenzione dalle sconfitte in Donbass additando strampalate pretese sulla Crimea al fine di infondere fiducia nei suoi cittadini.
Sul versante Ue ieri in extremis è stato approvato il decimo pacchetto di sanzioni contro la Russia. Joe Biden ha dichiarato che Kiev non ha bisogno di jet da combattimento F-16, tema su cui si discute caldamente anche in Europa, quindi esclude che per il momento vengano consegnati all'Ucraina. Intanto l’intelligence britannica, nel suo report, ipotizza che la Russia abbia esaurito le munizioni di droni di fabbricazione iraniana, utilizzati per raid fino alla capitale Kiev.