La Procura europea di Milano e la Guardia di Finanza di Brescia hanno eseguito una perquisizione dei beni appartenenti a Stefania Zambelli, eurodeputata della Lega al Parlamento Europeo. Le forze dell’ordine hanno sequestrato complessivamente beni per 170mila euro nei confronti della parlamentare bresciana di Bruxelles.
Il nome dell’esponente del Carroccio fa parte di un blitz condotto dalla magistratura europea su possibili frodi rispetto alle indennità percepite da membri dell’Eurocamera. Nel caso specifico, Zambelli avrebbe elargito fondi (e beneficiato degli extra) a quattro dei suoi assistenti assunti nel nostro Paese, documentando in maniera illegale (e incompleta) il loro operato gonfiando i bilanci del Parlamento Europeo.
Mentre il Parlamento Europeo cerca di riemergere dalle sabbie mobili in cui è precipitata la sua immagine dopo lo scandalo Qatargate, ecco un nuovo caso di truffa ai danni dell’Eurocamera. Nel mirino alcuni eurodeputati, tra cui la leghista Stefania Zambelli: solo quest’ultima avrebbe sottratto illeciti per oltre 170mila euro.
Fondi che avrebbero finanziato in particolare attività di quattro persone costituenti la cerchia di collaboratori fidati della parlamentare, assunti in maniera fittizia ma effettivamente poco operativi o esclusivamente di facciata. Per esempio, sarebbero state falsificate le competenze sulle lingue, sui lavori eseguiti e sui titoli di studio nel tentativo di ottenere l’ok dall’ente guidato da Roberta Metsola.
Stefania Zambelli è un nome abbastanza noto nella politica lombarda, e bresciana in particolare: il suo nome compare infatti nelle liste provinciali di Brescia sotto il cappello della Lega, con cui però è stata esclusa dal seggio.
Complessivamente, l’intera somma posta sotto sequestro dalla Gdf ha riguardato per lo più conti correnti e auto di lusso. Tra i collaboratori finiti nel mirino dell’indagine c’è anche l'ultrà del Milan Marco Pacini, tra le figure di spicco del gruppo Brigate rossonere: l’uomo è infatti il compagno della figlia della deputata.