L'ex presidente Donald Trump è tornato a parlare davanti alla folla nelle scorse ore, lanciando l’ambizioso piano denominato Freedom City: 10 nuove Città della Libertà" in cui tutto è lecito. Ma tale progetto si sposa a un altro obiettivo particolarmente a cuore del tycoon: battere la Cina nello sviluppo di auto volanti.
In tal senso la filosofia dietro queste sfide un po’ alla Elon Musk ricalca il suo celebre slogan Make American Great Again. Anche ieri il miliardario, che correrà alle prossime Presidenziali 2024 per i repubblicani, ha lamentato il fatto che gli Stati Uniti hanno perso la loro intrepida audacia verso il futuro", e ha dunque lanciato questa clamorosa provocazione sulla città ideale americana del prossimo decennio.
Come detto, nel piano futuristico di Donald Trump non c’è solamente la città perfetta in cui vivere ma anche un ruolo da protagonista degli Usa nel campo della mobilità aerospaziale. Pertanto, l’intenzione è quella di aumentare gli investimenti da parte del governo federale. In ogni caso, è incredibile come The Donald abbia calato due assi così prematuramente nella sua campagna alla riconquista della Casa Bianca.
Anche perché il tycoon è consapevole che le attuali economie di scala sorridano parecchio alla Cina, specialmente per quanto concerne il settore della mobilità sostenibile (in parole povere la produzione di batterie).
Per ora si tratta esclusivamente di un concept, di un prototipo, che non ha alcun sostegno oltre l’idea. Ma è chiaro che Trump abbia scatenato l’immaginazione dell’opinione pubblica, riportando su di sé (per ragioni positive) i riflettori del palcoscenico. Tra le due sfide quella più plausibile allo stato attuale è certamente la mobilità volante, dato che l’America possiede una serie di progetti top secret in materia di veicoli elettrici a decollo e atterraggio verticale (i precursori dei taxi volanti e autostrade aeree). Ma prima servirà introdurre stabilmente la cosiddetta guida autonoma, oggi lontana anche per un colosso come Tesla.
Tornando sulle Freedom City, nei progetti dell’ex presidente esse saranno grandi come la capitale Washington (330mila abitanti) e saranno costruite su terreni abbandonati di proprietà del governo, rigorosamente edificabili.