Il venerdì santo del 1944 Treviso fu colpita da un attacco aereo degli Alleati. All'epoca la città veneta era ancora sotto il controllo della Repubblica di Salò. Il bombardamento costò la vita a 1470 persone e danneggiò il patrimonio artistico della città. Il ricordo del presidente della Regione Luca Zaia sui social.
Il 7 aprile 1944 quattrocento bombardieri alleati decollarono verso più destinazioni, tra queste c'era Treviso. Il bombardamento avvenne il giorno di venerdì santo e all'epoca fu definito dai giornali "passione di Cristo e di Treviso". Un incursione breve ma devastante: duemila bombe furono sganciate, inizialmente l'obiettivo era la stazione ma molte colpirono la città. I bombardamenti lasciarono incendi, macerie e 1470 vittime.
Per capire cosa ha portato gli Alleati a colpire per via aerea la città veneta bisogna prima analizzare il contesto storico. Dopo lo sbarco in Sicilia, gli alleati capirono l'importanza di bombardare le infrastrutture cittadine impiegate per la comunicazione così da rallentare il nemico. Si scelse di utilizzare questa tattica senza escludere anche bombardamenti a tappeto. Il bombardamento, si scoprirà dopo la guerra, rientrava nel "Piano Strangle" che consisteva nel colpire nodi ferroviari per rallentare le forze tedesche e i collaborazionisti.
Ogni 7 aprile in piazza dei Signori a Treviso le autorità civili, religiose e militari alle ore 13.05 ricordano le vittime del bombardamento. Vengono lette poesie sul bombardamento, scritte da vari autori locali con un sottofondo musicale. La campana del della Torre Civica suona a lutto per sette minuti, lo stesso lasso di tempo in cui fu colpita. Durante i minuti di silenzio le attività dei trevigiani possono anche interrompersi e le bandiere biancoazzurre del Comune restano a mezz'asta. Quest'anno il presidente della Regione Luca Zaia ha voluto ricordare il tragico anniversario con un post sui social dove è possibile vedere i danni del bombardamento di 79 anni fa.