Nuovo attacco da parte di Israele tra la Striscia di Gaza e il Libano: durante la notte diverse bombe, almeno una trentina, sono piovute tra la Palestina e la regione di Tiro, nel sud Libanese.
Proprio nella regione di Tiro sono state avvertite violente esplosioni. Gli attacchi hanno avuto inizio intorno alle 3:30 ora italiana. Israele ha affermato che sta prendendo di mira obiettivi di Hamas. Secondo fonti militari sono più di 10 i siti di Hamas colpiti dall'aviazione israeliana nel sud del Libano. A Gaza, centrati invece due tunnel e varie postazioni. Un bombardamento che risponde al lancio di 44 razzi contro Israele da parte della formazione islamista palestinese.
Tra i bersagli anche una casa a Sderot: nessuna vittima è stata accertata. 14 razzi sono caduti in area aperta, 8 sono stati intercettati, 12 sono caduti in mare e 9 dentro la Striscia. I residenti nei pressi della Striscia hanno ricevuto istruzioni dall'esercito: obbligatorio rimanere al sicuro nei rifugi fino a nuovo ordine.
Un raid di notevoli proporzioni, considerato il più importante sferrato in territorio libanese da Israele dalla fine della guerra del 2006. Proprio in questi giorni il nostro ministro della Difesa Guido Crosetto si trova in terra libanese.
Hamas ha definito una "sfacciata aggressione" quella di Israele in Libano. Lo riporta il quotidiano Haaretz.
Le prime ricostruzioni dell'attacco, assemblate attraverso testimoni e media, parlano dapprima di forti esplosioni a Gaza. Il raid è stato confermato da un portavoce militare israeliano. Almeno quattro gli ordigni esplosi tra i campi di addestramento di Hamas e la città. Al momento non si hanno notizie di vittime.
Poche ore dopo, le stesse esplosioni di matrice israeliana sono state avvertite in Libano. Proiettili d'artiglieria sono caduti vicino a un campo profughi palestinese nei pressi della città di Tiro. Anche in questo caso l'esercito israeliano ha rivendicato l'attacco, annunciando di avere colpito obiettivi legati ad Hamas.
Una rappresaglia armata che era stata in un certo senso promessa, dopo il lancio di razzi su Israele da parte del Libano. Lo aveva detto anche il primo ministro Benjamin Netanyahu.
Hamas, dal canto suo, "non rimarrà seduta con le braccia conserte" di fronte "all'aggressione israeliana". Lo ha confermato il leader politico dell'organizzazione, Ismail Haniyeh.
L'Unifil, forza di interposizione ONU dislocata nel sud del Libano, ha provato a gettare acqua sul fuoco, assicurando che "Libano e Israele non vogliono la guerra". L'appello dei Caschi Blu alle parti in causa è quello di "cessare le loro azioni da entrambi i lati della frontiera".
A proposito della crisi, una riunione a porte chiuse si è tenuta al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, per fare quadrato rispetto all'aggravarsi delle tensioni. Il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ha condannato gli attacchi missilistici dal Libano verso Israele. La richiesta alle parti è di "esercitare la massima moderazione", per evitare "un'ulteriore escalation della situazione".
Anche la Casa Bianca si è detta "profondamente preoccupata" dalla situazione mediorientale. Gli Usa invitano "tutte le parti" ad adoperarsi per una de-escalation della tensione. Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale, John Kirby.