Emmanuel Macron è stato (logicamente) accolto da fischi e richieste di dimissioni in Alsazia, prima tappa del suo viaggio regionale dopo la promulgazione della legge sulla riforma delle pensioni. Certamente non sono momenti semplici per il suo secondo mandato, una situazione analoga si era riscontrata già nel primo quinquennio con la storia dei "gilet gialli".
A dimostrazione di quanto il suo arrivo fosse atteso, diversi lavoratori hanno scioperato o manomesso alcuni degli impianti produttivi visitati oggi dal presidente, in particolare la fabbrica di Muttersholtz. Macron si è comunque mostrato sereno, e ha sottolineato come il rapporto faccia a faccia con la popolazione sia sempre una cosa positiva.
In termini percentuali, la schiera dei contestatori ha superato ampiamente quella di chi ha difeso il suo operato (qui Macron ha ottenuto buoni risultati alle Presidenziali del 2022). Non sono mancati toni accesi, da chi ha chiesto le sue dimissioni, a chi lo addita di essere corrotto dalle èlite.
Macron visiterà domani la regione dell'Herault, al confine con la Spagna, ma il suo tour in giro per il Paese sarà molto più ampio.
Prima di visitare l'Alsazia, Macron ha lanciato un guanto bianco ai francesi attraverso un "programma d'azione" per i prossimi 100 giorni, fino al 14 luglio (data simbolica), con una priorità data al settore del lavoro
Un tentativo netto di ricucire lo strappo da parte del capo di Stato, spinto da una preoccupazione per la giustizia e ansioso di siglare con il Paese un nuovo patto per la vita sul lavoro, costruito "attraverso il dialogo sociale" con le organizzazioni professionali. Il leader dell'Eliseo dovrà dunque rivolgere la sua attenzione a temi come i salari, la ripartizione della ricchezza, l'usura professionale, l'impiego degli anziani e le condizioni di lavoro.
Il 1 maggio, altra data simbolica (anche in Italia) è previsto un maxi sciopero nazionale dei lavoratori.