Le forze armate americane hanno evacuato il personale governativo americano da Khartoum, la capitale del Sudan ed epicentro della guerra. Lo annuncia direttamente il presidente Joe Biden, aggiungendo che Washington sta interrompendo le operazioni presso la sua ambasciata.
Sul dossier lavora anche il segretario di Stato Antony Blinken:
Complessivamente, sono coinvolte circa 100 persone, assistite da un numero analogo di Forze Armate statunitensi nella procedura di evacuazione in uscita dal Paese.
Le parole di Biden sulla guerra in Sudan arrivano in una fase dove sostanzialmente la capitale Khartoum si sta svuotando tanto di civili in fuga quanto di funzionari diplomatici esteri. Soprattutto le nazioni asiatiche e mediorientali hanno immediatamente attivato la procedura di emergenza, facendo rientrare in patria i propri connazionali. Iter più complicato per i turisti di passaggio, che hanno trovato un corridoio sicuro sul Mar Rosso. L'Arabia Saudita, per esempio, ha evacuato i propri cittadini da Port Sudan, sul Mar Rosso, a 650 km da Khartoum. La Giordania utilizzerà lo stesso percorso per i suoi compatrioti.
Le Nazioni Unite lavorano proprio a questo aspetto, per consentire la salvaguardia degli innocenti: molte persone sono però ancora "intrappolate" e facile bersaglio dei combattimenti tra le Forze Armate governative e i ribelli. Fuori causa l'aeroporto per ragioni di sicurezza aerea, le strade che portano fuori città sono inagibili oppure assediate dai militari. Risulta al contempo complicato fornire assistenza medica e umanitaria, anche in ragione del fatto che gli ospedali sono sostanzialmente non operativi.
Dopo il fallimento della richiesta di una momentanea tregua per la fine del Ramadan, non c'è segno che una delle due parti possa ottenere una vittoria rapida o che sia pronta a dialogare. L'esercito governativo di Burhan dispone di potenza aerea, ma la RSF (i ribelli) è ampiamente radicata nelle aree urbane. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha riferito venerdì che 413 persone sono state uccise e 3.551 sono rimaste ferite in poco più di una settimana.