Piante in classe. La presenza di verde negli spazi chiusi ed affollati aiuterebbe non solo a migliorare l'aria ma contribuirebbe anche a migliorare lo studio. Ecco l'esperimento condotto a Firenze.
La presenza di piante nelle classi aiuta a ridurre l'inquinamento atmosferico e a concentrarsi. E' quanto emerso da un esperimento portato avanti da Coldiretti Toscana e dall’Istituto per la Bioeconomia del Consiglio Nazionale delle Ricerche assieme ad altre associazioni. La scuola coinvolta è l'Alberghiero Saffi di Firenze. L'istituto dimostra che piante come la sanseveria, la chamadorea, la yucca, il ficus e la schefflera nelle aule possono essere un toccasana e aiutare nello studio. L'esperimento è partito ormai da cinque mesi e in questo lasso di tempo c'è stato un calo del 20% delle concentrazioni di Co2 e delle polveri sottili Pm2,5 del 15%. A questo va aggiunto che la Co2 in genere provoca mal di testa e difficoltà nella concentrazione. L'obiettivo è quello di dimostrare che la presenza di piante può essere utile a combattere inquinanti che fanno parte della nostra quotidianità perché emessi dal nostro corpo o dagli oggetti presenti nello spazio circostante.
La vicepresidente dell'istituto Alberghiero Saffi ha definito l'esperimento come molto utile. La docente infatti ricorda che gran parte degli istituti si trova in un città e oltre all'inquinamento interno delle aule c'è anche quello esterno a contribuire al malessere degli studenti. Un esperimento che "supera le mura della classe" insegnando ai ragazzi, secondo la vicepreside, insegnare l'importanza del verde urbano. Una situazione che coinvolge anche l'ambito economico.
Sono state scelte le classi proprio per il fatto che si tratta di spazi spesso affollati. All'interno del Saffi sono state osservate quattro classi con gli stessi numeri: in due ci sono una quarantina di piante in vaso di diverse specie, nelle altre nessuna. L'esperimento conferma che la concentrazione e il benessere è aumentato nelle due classi oggetto della sperimentazione.