Proseguono le tensioni a distanza tra Cina e Usa sull'argomento del separatismo di Taiwan. Secondo il ministro degli Esteri di Pechino Qin Gang, gli Stati Uniti "dovrebbero affrontare adeguatamente la questione di Taiwan e smettere di sostenere e legittimare le forze separatiste dell'indipendenza".
Lo ha sottolineato lo stesso ministro nel corso di un faccia a faccia con Nicholas Burns, ambasciatore americano a Pechino. Qin Gang ha anche ribadito a Washington la necessità di mantenere intatte le "linee rosse" della Cina. Gli Stati Uniti sono invitati a "smetterla di violare" gli interessi del suo Paese in materia di sovranità, sicurezza e sviluppo.
La condanna del Dragone nei confronti dell'atteggiamento statunitense sul dossier Taiwan va avanti ormai da mesi. Sotto la lente d'ingrandimento della Repubblica Popolare è finito il commercio di armi tra Taipei e Washington. Sul tema si era espressa anche la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning.
Nelle scorse settimane, il primo ministro taiwanese Chen Chien-jen aveva confermato la trattativa tra il suo Paese e Washington su possibili scorte di armi. In tutta risposta Mao Ning ha manifestato l'intenzione, da parte della Cina, di adottare "misure risolute ed energiche a difesa della sua sovranità e della sua sicurezza". Il riferimento va a "qualsiasi forza esterna che interferisca negli affari interni della Cina e mini la pace e la stabilità dello Stretto di Taiwan". Ogni responsabile di eventuali interferenze "si assumerà la responsabilità delle sue azioni sbagliate e ne pagherà il prezzo".
Si tratta soltanto dell'ultimo capitolo nel contesto di alta tensione tra la massima potenza occidentale e quella orientale sulla questione di Taiwan. Dal canto suo, per non farsi cogliere impreparata, la Cina ha anche simulato più volte un'invasione dell'isola. In tutta risposta, gli Usa hanno inviato una nave da guerra attraverso lo Stretto di Taiwan, provocando militarmente la Repubblica Popolare.