Per capire chi è Domenico Berardi dobbiamo intrecciare volti, sorrisi e momenti chiave della carriera. Si parte da ieri sera, con la rete sotto la traversa che si agita per il gol ai danni di Lukasz Skorupski. Un sorriso sul volto di Mimmo, soprannome che l'originario di Cariati, nato il primo agosto del 1994, si porta sulle spalle da tempo. Provincia di Cosenza, da lì parte Berardi. Il suo sorriso diventa a trentadue denti quando realizza uno dei rigori della serie di Wembley, quella serie che consegna all'Italia il secondo Europeo della storia della Nazionale.
Il sorriso si rovescia al Renzo Barbera di Palermo, vecchia Favorita, quando Berardi gioca i play off per accedere ai mondiali in Qatar contro la Macedonia del Nord. Il giocatore ha un'occasione d'oro nel primo tempo, quando un errore della difesa macedone spiana la strada all'esterno del Sassuolo per entrare nella storia della Nazionale. Porta vuota, ma Mimmo Berardi spreca l'occasione e ammutolisce lo stadio di Palermo. Il gol di Trajkovski buca le mani di Donnarumma e gela l'intero stadio.
Un intreccio di volti, uno scambio di sorrisi e un volto triste. In questo modo si intreccia il destino di Domenico Berardi, che fa il suo debutto professionale con la maglia del Sassuolo nei primi anni dieci. Non ha mai vestito altre maglie se non quella neroverde, diventando capitano, simbolo e bandiera della compagine di Reggio Emilia. Con il Sassuolo ha vissuto promozioni, Europa, sogni, reti e momenti indimenticabili, diventando un pilastro del Sassuolo insieme a Francesco Magnanelli, capitando a centrocampo del Sassuolo fino a qualche anno fa.
Berardi diventa un giocatore versatile, un punto di riferimento con la promozione in Serie A con la maglia del Sassuolo. Da lì la squadra non è mai retrocessa, diventando pilastro della squadra a partire dal primo gol con la maglia del Sassuolo dal 2013. Da quel momento comincia a segnare con grande regolarità, senza smettere mai di far gol. L'unico neo, qualche infortunio e un bel caratterino, che sul campo gli ha portato molte ammonizioni e, una tantum, qualche espulsione. Tempra e aggressività, forse questo il suo unico limite.
Negli anni lo stesso Berardi ha rifiutato il trasferimento in varie squadre della massima serie, anche se quest'anno pare essere vicino alla Lazio di Maurizio Sarri. Difficile che vada via, visto che il capitano del Sassuolo vanta, al momento, 330 presenze con la maglia neroverde. Tuttavia le sirene su di lui non si sono mai spente, anzi, hanno continuato a suonare e a cantare. Di mancino il suo colpo di classe, a prescindere dal fatto se vestirà o meno la maglia del suo Sassuolo.