Il presidente Recep Erdogan, interrogato da un giornalista su cosa facesse se venisse sconfitto nelle elezioni in Turchia, afferma che si ritirerà pacificamente dal potere, rispettando le istituzioni democratiche. Un'affermazione significativa, considerando che Erdogan è l'uomo forte di Ankara circa dal 2003, anno in cui assunse la carica di Primo Ministro.
Frequentemente, Erdogan viene accusato dai media occidentali di essere un dittatore, o comunque un presidente autoritario ed ostile alle libertà civili: la sua affermazione ha dunque un peso significativo, soprattutto in considerazione del fatto che le elezioni correnti rischiano di essere le più difficili della sua storia.
All'opposizione, per la prima volta da decenni, Erdogan ha trovato uno sfidante in grado di affrontarlo: si tratta di Kemal Kılıçdaroğlu, leader del Partito Popolare Repubblicano (CHP). Il nome del leader dell'opposizione non è casuale: "Kemal" è anche il nome di Mustafa Kemal Ataturk, fondatore del Partito, eroe nazionale turco e campione di valori laici e democratici. Il CHP traghetta le sue idee nella contemporaneità: è un partito di sinistra filo-occidentale, democratico e favorevole a un Turchia laica e civile.
La posizione di Erdogan è vulnerabile per diverse ragioni. Innanzitutto, la Turchia esce da anni di crisi economica, che ha lentamente eroso la sua popolarità. Poi, a partire dal 2022, le opposizioni non si presentano più separate, bensì compatte in un'unica coalizione capeggiata da Kılıçdaroğlu, la cosiddetta "Tavola dei Sei" (ora, Alleanza della Nazione). Per la prima volta da decenni, Erdogan non è il politico più popolare in Turchia: il suo 43,7% impallidisce contro il 49,3% di Kılıçdaroğlu. Che non è tuttavia sufficiente a garantirgli la vittoria matematica al primo turno.
Stupisce il ritiro di un terzo candidato, Muharrem Ince. Costui era in passato il maggiore sfidante di Erdogan, mentre oggi le indicazioni di voto lo danno sotto il 4%. Il suo ritiro, motivato dalla diffusione di deepfake che lo ritraevano con donne e macchine di lusso, rimescola le carte in tavola: da un lato, il suo sostengo avrebbe fatto vincere le elezioni all'opposizione; dall'altro, è probabile che la maggior parte dei suoi elettori votino comunque il CHP. In ogni caso, Ince non ha dato indicazioni di voto.