Gli Usa si svegliano con un nuovo capitolo del romanzo Russiagate: Trump commenta con ira la pubblicazione del rapporto del procuratore speciale John Durham, eletto proprio durante l'amministrazione del repubblicano, secondo il quale l'FBI non avrebbe dovuto avviare alcuna indagine sull'allora presidente.
Il Tycoon ha affidato alla piattaforma Truth il suo sfogo:
La descrizione di Durham sembra sollevare l'ex presidente Trump dalle accuse sulla sua campagna elettorale, il quale non perde tempo e passa all'attacco dei vertici FBI. Secondo il Tycoon ci sono pochi dubbi: lui sarebbe solo la vittima, insieme a tutto il popolo americano, di una truffa beffarda ordita contro la sua corsa alle presidenziali. L'augurio di Trump è che i responsabili di ciò paghino le conseguenze delle loro azioni. Nel mirino dell'ira dell'ex presidente c'è soprattuto l'allora direttore FBI James Comey:
Queste le parole feroci di accuse rilanciare dal repubblicano ad un intervista per Fox News Digital, rilasciata poco dopo il suo primo sfogo sui social.
L'FBI avrebbe svolto l'inchiesta sulla campagna elettorale di Trump, accusato di brogli con il favore della Russia, sulla base di informazioni troppo grezze e non verificate. Questo ciò che emerge, senza mezzi termini, dal rapporto di Durham, che rincara la dose accusando i servizi segreti di aver utilizzato due pesi e due misure con i due candidati alle elezioni.
Se infatti con Hilary Clinton l'FBI ha proceduto con tutte le dovute cautele, secondo il procuratore Trump non avrebbe goduto dello stesso atteggiamento, dal momento che Comey ha avviato subito un'inchiesta con accuse pesanti.
recita il rapporto, di fatto riaprendo il capitolo Russiagate e scatenando l'ira di Trump, in cerca sicuramente di un restauro della sua immagine in vista delle presidenziali del 2024.