Sarà ballottaggio tra il presidente in carica Recep Tayyip Erdogan e il suo sfidante alle elezioni in Turchia, il leader dell’opposizione Kemal Kilicdaroglu. Le presidenziali dello scorso 14 maggio non hanno investito un vincitore e sarà necessario, quindi, un secondo turno.
Come arrivano i due candidati al ballottaggio? La prima fase di spoglio dava il presidente uscente, Erdogan, in grande vantaggio sugli sfidanti. Ma con lo scorrere delle schede questo vantaggio si è via via assottigliato fino a farsi, seppur evidente, inconsistente. Erdogan, infatti, tocca solo il 49% e non supera il 50% necessario per vincere al primo turno. Al secondo posto c’è proprio Kilicdaroglu che arriva ad un esaltante 45%. I due, quindi, se la giocheranno al secondo turno che andrà in scena il prossimo 28 maggio.
Mentre tutti si apprestavano a riconoscere la vittoria di Erdogan, Kilicdaroglu comunicava al paese intero che le cose stavano andando diversamente: ho i dati veri e siamo in testa – diceva l’incumbent – che evidentemente aveva in parte ragione visto com’è andata. Ora, forte di questo risultato, ha l’energia e lo slancio per suonare la carica e sognare la vittoria. Lo si evince anche dal cambio di passo della sua strategia elettorale che passa, tra le altre cose, come riporta l’AGI, dal licenziamento del consigliere della campagna elettorale che è stato sostituito da una nuova figura professionale.
Tra gli accorgimenti alla sua strategia elettorale, Kilicdaroglu ha deciso di riconoscere un ruolo più centrale al sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, candidato alla vicepresidenza. Imamoglu, infatti, è una figura carismatica e diffusamente riconosciuta in Turchia ed è già noto alle cronache turche per una vittoria elettorale, nel 2019, proprio su Erdogan al quale sottrasse la guida amministrativa di Istanbul. Molti, infatti, pensavano sarebbe stato lui il candidato a sfidare Erdogan, ma alla fine il partito di riferimento - il popolare Repubblicano - ha virato su su Kilicdaroglu. Ma Imamoglu giocherà un ruolo importante così come Canan Kaftancioglu, che fu una degli artefici del successo elettorale di quattro anni fa a Istanbul.
La strategia di Kilicdaroglu, quindi, affidata ad uno staff nuovo di zecca, è quella di far leva sulla popolarità di personaggi politici a lui vicini e veicolarla attraverso una voce – la sua – di leader portatore di cambiamento. Il candidato, infatti, è sicuro di riuscire a far leva sulla voglia di novità del popolo turco. Su Twitter, infatti, ha scritto: "Quelli che vogliono il cambiamento sono la maggioranza. Non avete neanche i soldi per un caffè, vi è stata tolta la gioia di vivere, loro sono contro di voi". Così ha twittato il leader dell'opposizione appellandosi ai giovani concittadini.
L’ultima componente della strategia, infine, riguarda il tentativo di allargare il bacino elettorale. Partendo dal 45% ottenuto al primo turno, Kemal Kilicdaroglu sta corteggiando i voti, ora a spasso, ottenuti dagli altri candidati in gioco nel primo turno. In particolare, sta guardando con interesse ai quasi tre milioni di voti dell'ultranazionalista Sinan Ogan. Kilicdaroglu lo ha già incontrato e la possibilità di arrivare ad un accordo elettorale, una sorte di apparentamento, è concreta. Vanno proprio in questo senso vanno lette le sue ultime affermazioni, fatte da Kilicdaroglu, contro migranti e rifugiati siriani. Lapalissiane le sue parole: Se vado al potere rimpatrierò tutti i migranti. Punto. Perentorie e nette le parole del candidato riportate dall’ANSA.