Mentre in Sudan proseguono i combattimenti tra l'esercito e le forze paramilitari, l'Unicef fa la sua mossa e interviene in un orfanotrofio: salvati 297 bambini nella capitale Khartoum. Alcuni dei minori erano anche molto piccoli: le loro età sono comprese tra un mese e 15 anni. Erano bloccati nella struttura dallo scorso aprile. La onlus delle Nazioni Unite ha reso noto di aver provveduto a trasferire i bambini in una destinazione "sicura".
Molti altri minorenni, tuttavia, non sono stati così fortunati da ricevere le cure dell'Unicef. Sarebbero almeno i 71 bambini ospiti della struttura morti di fame e di malattie negli ultimi due mesi. Alle procedure di evacuazione ha partecipato la Croce Rossa internazionale, che ha sottolineato come tutti i bambini siano ora al sicuro.
La struttura in questione è l'orfanotrofio statale Al-Mayqoma, situato nella capitale del Paese nordafricano. Nello stesso istituto, secondo quanto riportato da LaPresse, nelle scorse settimane sono morti almeno 60 bambini. Gran parte di loro non ce l'ha fatta per via della mancanza di cibo o per febbre. Impossibile per loro lasciare l'edificio indenni: al di fuori dell'orfanotrofio, infatti, impazzano i combattimenti.
Secondo i dati diffusi dalla Fondazione AiBi, ente senza scopo di lucro che raccoglie fondi per sostenere minori in difficoltà, in Sudan muoiono ogni giorno anche più di 10 bambini. Tutta colpa di guerra e povertà estrema. Proprio gli orfanotrofi si trasformano in vere e proprie ecatombe, anche per la mancanza di corrente elettrica, spazi adeguati e personale.
Una situazione a dir poco tragica, che non migliorerà almeno fino al cessate il fuoco. Il conflitto tra i contendenti in Sudan ha visto anche l'appello di Papa Francesco, per il momento inascoltato, di deporre le armi. Sempre secondo la Fondazione, tuttavia, l'orfanotrofio statale dove è intervenuta l'Unicef è problematico sin da prima della guerra. Nella struttura, un complesso di tre piani, prima del conflitto erano già stipati 400 minori sotto i 5 anni. Molti bambini erano ammassati in 25 per stanza, in precarie condizioni igienico-sanitarie.