Dopo quella di Kakhovka, un'altra diga sarebbe stata vittima di un attacco russo: si tratta di quella nei pressi del villaggio di Novodarivka, nell'oblast di Luhansk. Lo ha rivelato il portavoce dell'esercito ucraino Valeriy Shershen. Secondo la sua testimonianza, l'ultimo assalto delle forze di Mosca avrebbe fatto esplodere la struttura e provocato numerose inondazioni su entrambe le rive del fiume Mokri Yaly.
Secondo il portavoce, quello russo è un autentico piano finalizzato a fermare l'avanzata ucraina verso le aree occupate. A tale scopo, Mosca ha ordinato la distruzione di una diga dopo l'altra nella regione orientale.
Prosegue, intanto, la conta dei danni per quanto riguarda la distruzione della diga di Kakhovka. Il disastro nella regione di Kherson è costato all'Ucraina la perdita del 72% dell'acqua del bacino di Kakhovka. Lo rivela il ministro per la Protezione ambientale ucraino Ruslan Strilets ai microfoni dell'emittente ucraina Rada.
Proprio per indagare sulla vicenda, rappresentanti della Corte penale internazionale hanno già visitato la regione di Kherson per vedere "le conseguenze dell'atto terroristico russo con i loro occhi". Lo ha dichiarato Volodymyr Zelensky in un discorso riportato dal sito della presidenza.
Secondo quanto svelato dal presidente ucraino, i appresentanti della Corte penale internazionale hanno visitato la scorsa settimana la provincia di Kherson, nel sud dell'Ucraina. Presto avrà il via l'indagine sull'esplosione della centrale idroelettrica e della diga.
Nel suo consueto discorso serale alla nazione, Zelensky ha ricordato come l'ufficio del procuratore ucraino avesse chiesto formalmente al tribunale dell'Aja di indagare sul disastro. Per quanto riguarda i lavori per il ripristino della diga, il capo dello Stato ucraino ha sottolineato come questi "sono già iniziati".