17 Jun, 2023 - 16:26

Ucraina, gli USA vogliono fornire i missili a lungo raggio ATACMS a Kiev

Ucraina, gli USA vogliono fornire i missili a lungo raggio   ATACMS a Kiev

Il governo USA intende fornire alle forze di Kiev gli ATACMS, missili a lungo raggio che possono colpire ovunque: non solo in Ucraina, ma anche in pieno territorio russo, entro un raggio di circa 300km. Si tratta di una delle numerose linee rosse tracciata dal governo di Mosca, che aveva minacciato gravi ritorsioni ed escalation nel caso fossero state infrante.

ATACMS: i nuovi missili USA possono dare una svolta alla guerra in Ucraina?

Gli ATACMS sono missili a lungo raggio progettati dagli USA nel corso degli anni '80, con lo scopo di colpire in profondità bersagli dall'alto valore militare. La gittata di questi missili è di circa 190 miglia, ossia 300km, una distanza - dunque - perfettamente in grado di colpire obiettivi nel territorio della Federazione Russa.

Questa è la ragione per cui, inizialmente, il Cremlino aveva affermato che l'invio di questo munizionamento avrebbe costituito ragione per una escalation. Gli USA avevano dunque deciso non inviare questi missili in Ucraina, decidendosi invece per il munizionamento da HIMARS normale, in grado di colpire entro gli 80km di distanza. Già con questo limite, gli HIMARS si erano rivelati un'arma efficacissima, in grado di distruggere depositi di munizioni e concentrazioni di truppe a grande distanza, giocando un ruolo significativo nelle controffensive ucraine di Kharkiv e Kherson nell'autunno 2022.

Perché gli USA si sono decisi?

Cosa è cambiato nel quadro bellico perché Washington abbandonasse le timidezze riguardo all'invio di questi missili? Possiamo addurre almeno tre ragioni:

  1. L'invio degli Storm Shadown: innanzitutto, l'invio da parte della Gran Bretagna di altri missili a lungo raggio, ossia i celebri Storm Shadow che hanno visto un abbondante ed efficace utilizzo sul fronte già da diverse settimane. Gli Storm Shadow hanno un raggio di circa 250km, che non è dunque significativamente inferiore rispetto a quello degli ATACMS. Inoltre, gli Ucraini li hanno utilizzati solo nel territorio ucraino, sciogliendo i timori di escalation.
  2. L'inefficacia delle "linee rosse": i russi hanno imposto diverse "linee rosse" dall'inizio della guerra: sull'invio di armi, su obiettivi militari e ovviamente sull'inviolabilità del suolo russo. I recenti eventi, come l'occupazione di alcuni villaggi nell'oblast di Belgorod, dimostrano che la capacità di rappresaglia di Mosca è più limitata di quanto si volesse credere.
  3. Elezioni imminenti: essendo un governo democratico, gli USA desiderano chiudere la guerra con un successo prima delle prossime elezioni, in cui una prosecuzione non-decisiva della guerra creerebbe un certo imbarazzo. Da qui, minori incertezze sull'armare il governo ucraino.

Perché sono meglio degli Storm Shadow, cosa se ne può fare

Un grosso vantaggio degli ATACMS consiste nella possibilità di scagliarli utilizzando i lanciarazzi HIMARS. Gli Storm Shadow sono infatti lanciabili solo attraverso aerei da guerra: dal momento che Kiev non ha il dominio dei cieli, si tratta di un'opzione molto più comoda.

Quanto agli obiettivi militari, missili tanto costosi non potranno essere impiegati frequentemente. Potrebbero tuttavia colpire obiettivi strategici significativi: il ponte di Kerch, ad esempio, già pesantemente danneggiato dalle forze di Kiev (probabilmente attraverso un camion colmo di esplosivi), diventerebbe un bersaglio estremamente vulnerabile.

Bisogna tuttavia osservare che il documento USA è previsionale, e garantisce l'invio dei missili "entro il 31 dicembre 2023": dunque, non dobbiamo aspettarceli subito sul fronte. Inoltre la cifra stanziata ("almeno 80 milioni") fa riferimento a una quantità piuttosto limitata, visto che ogni singolo missile ATACMS costa oltre un milione di dollari.

Sebbene dunque non significativo ai fini della guerra in generale, l'invio degli ATACMS indica la ferma volontà degli USA di sostenere l'Ucraina fino alla vittoria militare completa, anche scavalcando le "linee rosse" diplomatiche imposte dal Cremlino.

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Filippo Marani Tassinari
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