Nel mondo del calcio sempre più dipendente dalle sponsorizzazioni si cercano nuove frontiere di guadagno. Il Qatar offerto al Barcellona cento milioni di euro a stagione per cedere i diritti sull'utilizzo del nome ad un nuovo club, può essere una svolta storica per tanti club europei. Dal punto di vista economico diventerebbe un introito che rivoluzionerebbe il calciomercato con l'immissione di ingenti somme di liquidità ma al tempo stesso potrebbe provocare l'ira dei tifosi che non vogliono condividere il proprio nome con altre società.
Il calcio europeo è alla ricerca di nuove forme di guadagno. Tutto è cominciato con le sponsorizzazioni sulle magliette da gioco e i tour estivi fra Stati Uniti ed Estremo Oriente, il fenomeno si è velocemente allargato arrivando alla vendita dei diritti sul nome dello stadio come degli impianti da allenamento. All'appello mancava il percorso inverso, non una azienda che si propone ma direttamente il club che mette in vendita il proprio nome. Una idea oggetto di discussione tante volte ma mai attuata per non disperdere il principio di identità a cui i club tengono.
Ci sono però le contingenze economiche che obbligano a determinate scelte. La crisi e il Financial Fair Play della Uefa hanno costretto i club a cercare di aumentare i ricavi con il Medio Oriente che è diventato la metà preferita di calciatori e società. Da qua arriva la proposta folle del Qatar: cento milioni a stagione al Barcellona per permettere a un nuovo club di chiamarsi come la squadra catalana. Una proposta recapitata direttamente al Presidente dei balugrana Joan Laporta durante il suo viaggio in Qatar alla ricerca di nuove sponsorizzazioni.
Fonti interne della società hanno già smentito la notizia ribadendo la ferma volontà di non permettere ad altri club di avere lo stesso nome. Non basterebbe però solo accettare la proposta, Laporta dovrebbe convocare l'assemblea dei soci del Barcellona per andare a modificare lo statuto della Polisportiva che prevede, appunto, l'esclusività mondiale sul nome.