06 Jul, 2023 - 16:24

Francia apre alla sospensione di TikTok: "Scarsa trasparenza"

Francia apre alla sospensione di TikTok: "Scarsa trasparenza"

Dopo lo stop ai parlamentari in diversi Paesi del mondo, tra cui Gran Bretagna, Canada, Usa e Nuova Zelanda, anche la Francia sembrerebbe pronta alla sospensione di TikTok. Il Senato francese ha infatti minacciato la sospensione della piattaforma in mancanza di rassicurazioni dalla società madre del social network.

Ci sarebbe addirittura una data limite, identificata nel gennaio 2024, a seguito della quale scatterebbe la sospensione in mancanza di chiarimenti. Lo rivela un rapporto incentrato sulle presunte criticità di TikTok, stilato dalla commissione d'inchiesta della camera alta francese e svelato dal quotidiano transalpino Le Figaro.

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A margine di quattro mesi di lavoro approfondito su TikTok e averne riscontrato scarsa trasparenza 'a tutti i livelli', i senatori francesi esigono risposte certe in mancanza delle quali non si escludono eventuali sospensioni.

Francia apre alla sospensione di TikTok: "Ricevuto solo un 20%" delle risposte desiderate

La commissione sottolinea come la piattaforma cinese desti molte più preoccupazioni rispetto agli altri social.

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C'è una forte discrepanza tra la parola 'trasparenza', utilizzata come leit-motiv nella comunicazione di TikTok, e la realtà di una opacità evidentemente voluta.

Sul banco degli imputati, spiega Le Figaro, ci sono diverse domande poste dalla commissione rimaste irrisolte. Su tutte, "non sono mai giunte" le precisazioni richieste su varie questioni, dalla gestione dei dati personali degli utenti fino al funzionamento dell'algoritmo.

Il senatore socialista Mickael Vallet sottolinea come su questi punti sensibili la commissione abbia "ricevuto solo un 20% di risposte". Questo apre all'ipotesi di una richiesta di sospensione di TikTok all'Unione Europea. Per evitare un simile scenario, la piattaforma dovrà dunque fornire i chiarimenti richiesti entro il 1° gennaio 2024.

Sotto la lente d'ingrandimento ci sono in particolare le relazioni tra il social network e le autorità di Pechino, con le accuse di spionaggio che restano dietro l'angolo, e "controlli effettivi sull'età degli utenti".

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Giuseppe Spagnuolo
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