L'attacco a Leopoli, nella parte occidentale dell'Ucraina, sta prendendo sempre di più i connotati di una strage: sale a 9 il numero di morti causate dai missili russi lanciati contro un condomino durante la notte di ieri. Le autorità ucraine fanno sapere anche che almeno 42 persone sono rimaste ferite. Tra questi ci sono anche 3 bambini piccoli.
I soccorsi stanno continuando a scavare tra le macerie, mentre in rete cominciano a girare i video di ciò che rimane del palazzo colpito: solo un ammasso di ciottoli, qualche impalcatura in ferro che esce dai pezzi di muro, le macchine in strada travolte dalla pioggia di detriti.
9, 42, 7: sono i numeri del bilancio dopo l'attacco di Leopoli. 9 morti accertati, 42 feriti che necessitano di cure, 7 persone inizialmente disperse che sono state tratte in salvo dalle macerie. Il lavoro instancabile dei soccorritori è stato dunque vitale per questa manciata di cittadini rimasta intrappolata sotto i muri saltati in aria: grazie alle casacche fosforescenti dei Vigili del Fuoco ucraini, questi miracolati hanno potuto rivedere la luce del giorno.
Oltre al tragico bilancio umano, vanno considerati anche gli ingenti danni materiali dell'attacco russo. Il sindaco di Leopoli Andriy Sadovyi, parlando del «peggior attacco che la città abbia mai visto», ha affermato che ben 35 case residenziali sono state distrutte, insieme a una scuola, un complesso di uffici, un campo studentesco e una cinquantina di auto parcheggiate sotto l'edificio colpito.
Nel frattempo arriva il commento dall'esercito di Mosca. Davanti all'ennesima strage di civli, il Cremlino si giustifica affermando di non colpire deliberatamente edifici e luoghi abitati da cittadini ucraini. Il Ministro della Difesa ha affermato infatti che, durante la notte dell'attacco a Leopoli, erano state usate armi di precisione contro le basi militari e le truppe ucraine e ha escluso categoricamente l'intenzionalità dell'abbattimento del condominio in cui dormivano i civli. Qualcosa, evidentemente, è sfuggito di mano. Di nuovo.
Dopo aver preso atto di quanto successo a Leopoli e dopo aver promesso al nemico russo «conseguenze» adeguate, il Presidente ucraino Zelensky è volato in Turchia, dove ha incontrato il premier Tayyip Erdogan. Il motivo del meeting riguarda i corridoi per il trasporto di grano ucraino attraverso il Mar Nero, resi sicuri dal patto tra i due Paesi.
L'accordo però è in scadenza: il 17 luglio Kiev potrebbe trovarsi scoperta, dal momento che Mosca - indubbiamente in stretto contatto con Ankara - ha dichiarato di ritenere inutile l'agreement.
Nel frattempo, da Mosca arrivano le parole di Vladimir Putin che ancora una volta ha reagito ai 'tentativi di isolamento' della Russia da parte di altri paesi, attraverso sanzioni e limitazioni economiche: