L'annuncio del presidente Joe Biden che gli Usa hanno concluso il processo di distruzione di tutte le loro scorte di armi chimiche segna un avvenimento importante. Gli Stati Uniti, ultimi a firmare la Convenzione sulle armi chimiche, hanno così adempiuto all'impegno previsto da tale accordo, divenuto effettivo ben ventisei anni fa. Il presidente ha commemorato la conclusione di questo processo con le seguenti parole: "Oggi sono orgoglioso di annunciare che gli Stati Uniti hanno distrutto, in totale sicurezza, le ultime munizioni di quelle scorte, avvicinandoci a un mondo libero dall'orrore delle armi chimiche". Nella giornata di oggi, l'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) ha potuto finalmente comunicare che tutte le scorte dichiarate nel mondo sono state "irreversibilmente distrutte". Si tratta, riprendendo le parole del capo dell'Opac Fernando Arias, di "una pietra miliare importante".
La Convenzione sulle armi chimiche, in atto dal 1997 con l'adesione di 193 Paesi, era finalizzata a mettere la parola fine alla guerra tossicologica entro il termine del 30 settembre 2023. L'obiettivo, dunque, è stato raggiunto con quasi tre mesi d'anticipo. In ventisei anni, sono state eliminate 72 mila tonnellate di scorte, di cui seicento tonnellate sono state distrutte dagli Usa negli ultimi mesi. La Russia nel 2017 aveva dichiarato di voler anticipare al 2020 la completa eliminazione delle sue armi chimiche, ma persistono dubbi sull'effettivo raggiungimento dell'obiettivo. Gli stessi dubbi, da parte dell'occidente, sono rivolti verso Myanmar, Iran e Siria. Biden ha invitato Russia e Siria a "rispettare il loro impegno con la Convenzione e ammettere quali sono i loro programmi non dichiarati, utilizzati per commettere atrocità".
Le armi chimiche coinvolte nel processo di distruzione sono varie e principalmente dei tipi qui elencati: proiettili, bombe a grappolo e mine riempite di gas nervino, serbatoi pieni di sostanze tossiche che possono essere caricati un su mezzi aerei per essere poi spruzzate. Le articolate operazioni di distruzione prevedono l'utilizzo di macchinari che smontano e disassemblano le armi, svuotandole del contenuto e distruggendone gli involucri, dopo averli lavati ad alte temperature. Il contenuto chimico è distrutto attraverso il processo della neutralizzazione, durante il quale è mescolato con acqua calda e idrossido di sodio.