L'idea di rendere Roma accessibile solamente alle macchine meno inquinanti, in barba a chi non può permettersi un mezzo eco, non è stata digerita da molti romani. E a quanto pare neppure da alcune delegazioni dell'Aci che hanno avviato una raccolta firme contro la ztl verde di Gualtieri. Online, infatti, circola un file dove si può vedere quali sono le attività che raccolgono le firme e fra cui figurano anche le due delegazioni.
La fascia verde è stata pensata per abbassare i livelli d'inquinamento e anche per decongestionare la Capitale. A partire dal 1° novembre 2023 i veicoli (anche quelli dei residenti) a benzina Euro 2 e i diesel fino a Euro 4 non potranno accedere, circolare o sostare nella nuova ztl. A partire dal 1° novembre 2024 lo stop si estende anche ai mezzi a benzina Euro 3 e ai diesel Euro 5.
Anche i mezzi commerciali dovranno dire addio alla Capitale. I mezzi N1, N2, N3 a diesel Euro 4 si fermano a partire dal 1° novembre 2023, mentre dal 1° novembre 2024 lo stop varrà anche per i mezzi commerciali diesel Euro 5.
L'Automobile club d'Italia, raccontano fonti interne a Tag24, ha infatti avviato un tavolo con il Comune di Roma, insieme ad altre sigle e associazioni, per cercare di ammorbidire la futura - che tanto futura non è, visto l'installazione dei varchi - ztl verde. "Il tavolo di lavoro è ancora in corso e il confronto è serrato", racconta l'Aci, spiegando che bisognerà attenderne la conclusione per vedere quale provvedimento ne uscirà fuori e dare così una posizione.
"Ci sono tutta una serie di fattori che vanno attenzionati: dal divieto tout court alle auto di interesse storico, a una zona vastissima e al fatto che bisogna evitare ricadute sociale per quanto riguarda i cittadini. Come si può bisogna bilanciare tutto ciò che riguarda il piano di rilancio del trasporto pubblico per accompagnare una rimodulazione della mobilità".
Ma sembra proprio che all'Aci non sia andata troppo giù la nuova ztl verde di Gualtieri, altrimenti non ci sarebbe stato un tavolo. Certo, si può sempre migliorare ma dal Club fanno sapere che "ci sono delle cose che stimola un confronto". Emerge anche un cauto ottimismo sul tavolo che porterà "a una soluzione".
L'Aci dunque rimane nel suo limbo sull'area inaccessibile per le vetture più inquinanti. Sceglie di attendere che il dialogo si concluda e sottolinea come "una posizione ufficiale dell’Aci ancora non c’è".
Entra però molto più in dettaglio l'Automobile club di Roma. La presidente Giuseppina Fusco ha ribadito che il club è in contatto con l’amministrazione capitolina, in particolare con l’assessore alla Mobilità. "Noi - dice Fusco a Tag24 - in via di principio non possiamo non apprezzare misure che hanno finalità che purtroppo è necessario perseguire, come il decongestionamento del traffico, la riduzione dell’inquinamento. Sono aspetti che ci trovano concordi. Certamente, la fascia verde è molto estesa e alcune zone arrivano anche fino al Raccordo. Si tratta di aree che non sono ben servita da mezzi pubblici o da mobilità alternativa, come la sharing mobility.
Per il Club romano la ricetta è quella di "adottare delle soluzioni, soprattutto per il 1 novembre al 31 di marzo", che permetta "ai cittadini di entrare" in città senza ricorrere in sanzioni onerose. Si tratta della "rilevazione dei chilometraggi" e di "stabilire un limite di percorrenza nella fascia verde". Da un lato, quindi, ci sono "delle misure che hanno delle finalità positive", dall’altra il Club tenta "di renderle attuabili gradatamente in modo da accompagnare queste disposizioni con un offerta di mobilità più ampia". Quindi, in linea teorica sono d'accordo, ma non con la modalità che ad oggi vige.
Resta il mistero delle due delegazioni che si sono 'ribellate' al sindaco Gualtieri e che lo hanno fatto fuori dai radar dell'Aci. "Le delegazioni difficilmente prendono iniziative spot autonomamente, senza consultarci", evidenzia Fusco. "Sono imprenditori privati e certamente liberi di di fare le iniziative che ritengono. Un po’ singolare, perché sono decisioni di un certo rilievo, che non ci abbiano informate. Che due delegazioni prendano iniziative estemporanee non vuol dire che anche l’Aci è d’accordo. Ma noi condividiamo gli obiettivi (con il Comune, ndr) e cerchiamo di collaborare con il comune per trovare soluzioni più morbide e graduali". Ma per chi ignora le vicende, resta il dubbio che anche l'Aci sia d'accordo.