Anthony Blinken, segretario di Stato degli Usa, ha chiamato il deposto presidente del Niger Mohammed Bazoum per assicurargli "l'incrollabile sostegno degli Stati Uniti". Il presidente è stato deposto nella notte tra mercoledì e giovedì da alcuni soldati della guardia presidenziale e ora è prigioniero nel palazzo presidenziale con moglie e figli. Da allora sono state numerose le dichiarazioni di solidarietà e sostegno giunte nei suoi confronti. Blinken si è poi rivolto ai golpisti e a coloro che detengono il presidente chiedendone il rilascio immediato e avvertendo che "centinaia di milioni di dollari di aiuti" da parte degli Stati Uniti sono ora a rischio. Ma non solo, con questo colpo di Stato si sta minando "il successo di una cooperazione che va avanti da anni".
Anche da parte della vicepresidente Kamala Harris è arrivata una netta condanna al colpo di stato, che avrebbe interrotto il periodo più lungo di pace e democrazia vissuto da quando l'ex colonia ha conquistato l'indipendenza dalla Francia nel 1960. Harris ha poi avuto modo di confrontarsi sul tema con il presidente nigeriano Bola Tinubu. Gli Stati Uniti, in "diretto contatto con il presidente deposto", continuano a lavorare per cercare "canali di dialogo" con la nuova giunta militare. Gli States hanno espresso il forte interesse statunitense al ripristino dell’ordine costituzionale nel Paese, dichiarando che
Le parole dei rappresentanti degli Usa richiamano da vicino la condanna espressa dal segretario Onu Antonio Guterres contro il "cambio di governo incostituzionale", ma anche le denunce di Unione africana, Comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale e Unione europea.
Il Niger da anni è un partner stretto e affidabile di numerosi Paesi europei, tra cui anche l'Italia. Nel Paese è in corso una missione di supporto e addestramento bilaterale alle forze dell’esercito nigerino con un migliaio di soldati statunitensi e un contingente italiano. Fonte di preoccupazione per gli Usa, ma più in generale per il mondo occidentale, è ora il crescente peso della Russia sul continente africano. Infatti il Cremlino lavora da anni per costruire legami solidi con i Paesi africani, e in particolare con Burkina Faso e Mali ma adesso anche la situazione in Niger potrebbe cambiare.